Category Archives: pedagogia

LE ATTIVITA’ NEL PERCORSO FORMATIVO SCOLASTICO ED UNIVERSITARIO

This slideshow requires JavaScript.

Di

Nancy Nitti

Un breve cenno, dato che abbiamo ampiamente parlato delle materie, per sottolineare quali siano le attività che devono essere svolte nei vari percorsi fin dalla tenera età.

ASILO

Ci saranno materie in formato ludico, dove il bambino imparerà ad esprimersi attraverso il gioco. Saranno attività per imparare ad osservare e distinguere lettere, numeri, note musicali, imparare facendo, imparare parlando, esprimendo le proprie idee verbalmente, disegnando, colorando, imparando uno strumento giocando, imparando filastrocche, scioglilingua, canzoncine. Ci saranno attività che inviteranno il bambino alla creatività, inventare storie, fare disegni con personaggi del quotidiano o fantastici, utilizzare materiali che consentano e migliorino la manipolazione.

Alla fine dell’anno il bambino esprimerà verbalmente e attraverso il disegno quello che è stato il suo percorso all’ interno della scuola, riceverà così un attestato simbolico di passaggio alla scuola elementare.

SCUOLA PRIMARIA (ELEMENTARI)

Le materie saranno didattiche la mattina ed extradidattiche nel pomeriggio. La mattina i bambini seguiranno le lezioni che abbiamo già ampiamente illustrato e che riproponiamo in queste slide. Si dovrà insistere molto sulla calligrafia e sul dettato, ma anche sulla lingua straniera attraverso un insegnante madrelingua. Il pomeriggio sarà dedicato al doposcuola e allo sport, danza e attività artistiche quali cinema, disegno-manipolazione, musica, teatro. Sia le attività della mattina che quelle del pomeriggio faranno media. Le lezioni didattiche saranno impostate con lezioni frontali ma anche cooperative di ricerca sui determinati argomenti trattati; si terranno dal lunedì al venerdì, quelle extradidattiche i pomeriggi dal lunedì al venerdì e anche il sabato mattina. Durante il fine settimana gli studenti non avranno compiti da svolgere, potranno passare il sabato pomeriggio e la domenica interamente con la propria famiglia senza pensare allo studio.

Anche durante le festività non saranno assegnati i compiti, gli studenti svolgeranno tutti i compiti negli orari pomeridiani e a scuola o a casa, sempre seguiti da un tutor. Lo scopo del tutor è quello di facilitare l’apprendimento e non permettere che lo studente arrivi impreparato a scuola, per l’ interrogazione o il compito in classe.

Le modalità di verifica nelle ore didattiche saranno il compito in classe e l’ interrogazione. Le interrogazioni e i compiti saranno su tutto il periodo studiato. Tutti sapranno gli argomenti trattati grazie a schede, mappe concettuali, riassunti, ripetizioni pomeridiane con il tutor.

L’ attività extradidattica del doposcuola deve supportare la lezione didattica con un metodo di studio idoneo affinchè lo studente comprenda l’argomento.

Le attività extradidattiche sportive e artistiche nei vari settori di interesse, verranno distribuite equamente durante la settimana tra doposcuola, attività artistiche e sportive, dando la possibilità di svolgere sia il doposcuola che l’attività decisa, ed ogni studente dovrà scegliere una disciplina di interesse, in quanto questa farà media con le lezioni didattiche, curricolari.

L’esame finale sarà una tesina sugli argomenti di tutte le materie, trattati durante i cinque anni di scuola.

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (MEDIE INFERIORI)

Come per la scuola primaria, lo stesso percorso è previsto anche nella scuola secondaria di primo grado, con approfondimenti, ricerche anche individuali e con l’ introduzione di determinate tecniche di studio utili per il percorso scolastico successivo. La calligrafia e il dettato non devono essere messe in secondo piano, è importante che si abbia un buon modo di scrivere, oggi più che mai con l’ utilizzo dei computer che autocorreggono gli errori commessi.

Anche qui lo studente viene seguito in percorsi extradidattici e potrà scegliere l’attività che preferisce.

N.B. è preferibile la continuità di percorso attività extradidattica, ma non necessaria, se uno studente preferisce cambiare disciplina, può farlo senza essere penalizzato. I corsi di sport, danza, arte, teatro, musica, vanno tutti per fasce d’età 3-5, 6-10, 11-13; quindi rientreranno comunque in un corso adatto alla loro fascia d’età sia che si parta da zero sia che si parta da un livello superiore.

Anche per il triennio della scuola secondaria di primo grado ci sarà come verifica finale la tesina interdisciplinare per l’orale, uno scritto su storia/antologia/geografia a scelta dallo studente, uno scritto sulla grammatica e la narrativa e uno scritto su un problema di matematica da svolgere, sempre con tre tracce in maniera che lo studente possa sceglierne una e svolgerla.

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO (MEDIE SUPERIORI)

Lo studente durante le medie inferiori avrà maturato un percorso da seguire poi successivamente, dopo un accurato orientamento alla scelta grazie alla figura guida del pedagogista e degli insegnanti curricolari ed extracurricolari.

I percorsi superiori avranno all’interno la possibilità di scelta: se proseguire con gli studi (i licei) se specializzarsi in una disciplina (gli istituti). Non è detto che se uno sceglie l’ Istituto poi non possa proseguire, ma la dicitura permetterà di terminare con una professione ed accedere direttamente al lavoro.

Per gli istituti ci sarà la possibilità di fare un corso che consenta di mettersi in proprio o per la creazione di imprese, associazioni o cooperative. In più ci sarà il tirocinio professionalizzante. Tra gli istituti, verranno implementate anche le professioni di: estetista, parrucchiere, calzolaio, sartoria, geometra, operaio … tutti percorsi quinquennali. Saranno vere e proprie professioni di esperti. Anche l’operaio, l’idraulico dovranno aver seguito un percorso di studi quinquennale, conoscere i materiali per poter lavorare. Prima del diploma lo studente farà pratica attraverso il tirocinio e la scuola metterà il ragazzo in contatto con aziende per l’ incrocio domanda/offerta di lavoro.

Per chi sceglierà il liceo, sarà obbligatorio proseguire gli studi. Se uno studente ha la vocazione per l’ insegnamento o per diventare un professionista in un settore, seguirà il percorso post diploma, che consisterà nell’ iscrizione ad un percorso universitario.

Alla fine, sia che si tratti di un Istituto superiore, sia che si tratti di un Liceo, lo studente dovrà presentare una tesina interdisciplinare e sostenere uno scritto per le materie principali studiate all’ interno del percorso formativo.

UNIVERSITA’

Il percorso universitario sarà impostato per moduli. Ogni modulo un argomento. Per esempio se prendiamo in esame un percorso educativo, inseriremmo il modulo di pedagogia speciale dove vengono studiati i vari deficit mentali e fisici. Se prendiamo in esame il percorso di architettura, il modulo sui materiali: interni ed esterni per strutture e giardini. E via di seguito per ogni percorso di laurea.

Anche per il percorso universitario lo studente non viene abbandonato nel suo percorso. Ci saranno i dottorandi che faranno da tutor per supportare gli studenti a superare gli esami. Ci sarà un percorso prima della laurea. Si illustreranno modi per mettersi in proprio, per creare forme imprenditoriali e associative, sarà possibile inserire il proprio percorso in un sito per il contatto con aziende riguardante l’ incrocio domanda/offerta di lavoro.

La Scuola Nuova prevede di dare un futuro lavorativo ad ogni studente e garantirgli una stabilità in base alle personali predisposizioni per questo sarà necessario implementare anche ore di tecnologia dove alunni, grandi e piccoli possono sperimentare senza dover necessariamente rimanere fissi in contemplazione davanti ad uno schermo.

di

Nancy Nitti

 

LA FORMAZIONE PERSONALE EDUCATIVO E DOCENTE

 

Per capire meglio come operare all’ interno della nuova scuola bisogna conoscere bene alcuni punti che fanno parte della strutturazione educativa all’ interno dell’ attuale scuola.

La strutturazione attuale, riguardante gli alunni disabili è discriminatoria. Si utilizza il docente di sostegno esclusivamente per l’alunno disabile quando invece il PEI dovrebbe essere utilizzato per ogni alunno.

Ogni docente curricolare ed extracurricolare diverrà anche una figura, competente, nella Metodologia di Sostegno che non è necessariamente quella del mondo della disabilità  Un vero e proprio percorso fatto di metodologie da adottare con gli alunni sia disabili che non. Formare la figura di “Esperto nei processi metodologici di apprendimento”, che studia nel contesto scolastico, oltre alle varie patologie psichiche, anche il diverso approccio di studio, ad esempio per mappe concettuali, per schemi, per riassunti, sarebbe necessario. Integrare le competenze del docente e del personale educativo (docenti curricolari, extracurricolari, di sostegno e tirocinanti) con altre competenze, sarà un aggiornamento che dovranno seguire prima dell’inizio del percorso scolastico (per intenderci tra i mesi di giugno e settembre ed in itinere) per integrare e colmare tali carenze. Saranno lezioni da seguire sia presso le università di Scienze Pedagogiche, sia online, accedendo ad una piattaforma MOOC creata dalla stessa università, che fornirà materiale didattico sulle varie metodologie di apprendimento e sulle varie patologie psichiche, per poi concludere il percorso con delle esercitazioni e l’attestazione finale.

Essendoci diversi insegnanti per ogni sezione e non essendoci l’ impegno da parte del docente di avere più di una sezione e più di un plesso scolastico, avendo più ore libere a disposizione, sarà più facile per lo stesso seguire i corsi nelle ore in cui non lavora con la classe.

La sinergia tra Università e Scuola deve essere continua, le Università devono garantire gli aggiornamenti e supporto ai docenti per tutto l’anno scolastico.

Ogni alunno ha una metodologia diversa nello studio, è giusto differenziare la spiegazione e comprendere il loro modo per ottimizzare lo studio e l’apprendimento. Questo non vuol dire che i docenti dovranno -entrare nella testa di ogni alunno-, ma dovranno diversificare il modello di impostazione della stessa lezione, con diversi approcci: schemi, mappe concettuali, riassunti verbali che consentiranno all’alunno di seguire la lezione e capirla integralmente.

Il pedagogista supporterà i docenti e gli operatori educativi, per rinforzare tale approcci all’apprendimento di ogni singolo alunno.

Nessuno studente in questo modo rimarrà indietro nell’apprendimento, le bocciature non dovranno esserci all’ interno del percorso scolastico. Docenti e tutor faranno il possibile per far sì che lo studente non rimanga indietro ed ottimizzi le proprie capacità soprattutto ascoltando e dialogando con lo stesso.

Questo è il primo punto che deve cambiare all’ interno del percorso scolastico. Ora vediamo cosa l’attuale scuola propone e come può essere ottimizzata diversamente.

[Tra le [ *] indicheremo le informazioni prese da internet su www.triesteabile.it, analizzando poi, fuori dalle parentesi, quello che può essere fatto ]

  • PEI

[ Il P.E.I. è:

– progetto operativo interistituzionale tra operatori della scuola, dei servizi sanitari e sociali, in collaborazione con i familiari;
– progetto educativo e didattico personalizzato riguardante la dimensione dell’apprendimento correlata agli aspetti riabilitativi e sociali.

contiene:

– finalità e obiettivi didattici;
– itinerari di lavoro;
– tecnologie;
– metodologie, tecniche e verifiche;
– modalità di coinvolgimento della famiglia.

tempi:

– si definisce entro il secondo mese dell’anno scolastico;
– si verifica con frequenza trimestrale;
– verifiche straordinarie per casi di particolare difficoltà.

Identificazione dell’handicap. Attestazione

  • Se il bambino al momento dell’ingresso nella scuola, viene segnalato dalla famiglia come portatore di handicap e necessita di interventi di sostegno, i genitori devono produrre le documentazioni mediche già acquisite, convalidate dal Servizio sanitario nazionale.
  • Se le difficoltà del bambino vengono individuate ed evidenziate dai docenti, la scuola è impegnata a prendere contatto con i genitori per acquisire informazioni ed eventuali certificazioni, sottoponendo poi il caso alla valutazione del servizio sanitario nazionale.
  • Le particolari difficoltà dell’allievo vanno in ogni caso sintetizzate dalla USL di competenza in un “profilo-diagnosi” (coperto dal segreto professionale) e progressivamente aggiornato ad ogni variazione della situazione e puntualizzato nel momento del passaggio da un ordine di scuola all’altro.

Programmazione del “piano educativo individualizzato”

  • Gli operatori scolastici e gli operatori dei servizi territoriali di cui sopra, interessando i genitori di ciascun bambino, definiscono insieme un programma da attuare in un tempo determinato (mese, trimestre, anno scolastico); collegano e integrano nel “Piano educativo individualizzato” gli interventi: didattici, educativi, terapeutici, riabilitativi (scolastici ed extrascolastici).
  • Vanno stabiliti i tempi e i modi delle verifiche, e concordate le modalità relative alla redazione, utilizzazione e conservazione della documentazione a cui fare congiunto, ricorrente riferimento.

Piano educativo individualizzato di alunni portatori di gravi handicaps

  • Sempre in intesa, e tenuto conto del parere e del contributo delle famiglie interessate, andrebbe predisposto un programma che preveda, per gli alunni portatori di gravi handicaps, bisognosi di una specifica, continua assistenza, la frequenza in uno o più plessi di scuola comune che, per strutture edilizie, per dotazione di personale, per prossimità di presidi sanitari e di centri di riabilitazione, siano in grado di garantire una migliore attuazione del piano educativo individualizzato.
  • In carenza di strutture scolastiche idonee, si dovranno identificare quelle ritenute necessarie e prendere iniziative affinché siano adattate e potenziate.

Calendario degli incontri

  • Si indicano, a titolo orientativo: riunioni per la formazione delle classi; riunioni periodiche per la definizione – attuazione – verifica – del programma; riunioni per la programmazione dell’anno scolastico successivo; riunioni per facilitare il passaggio a diverso ordine di scuola.

 Prevenzione di stati di disagio e di disadattamento

I gruppi professionali, sopra citati, intervengono per prevenire, rimuovere risolvere i problemi di alunni che presentano difficoltà connesse a stati di disagio e di disadattamento.

Orientamento

Gli operatori sopra indicati, anche con l’aiuto delle Associazioni, delle famiglie e dei servizi specializzati, procedono, per quanto di competenza, alla predisposizione e ricognizione delle strutture: scolastiche, di formazione professionale, di avviamento al lavoro e alla ricognizione dei centri e laboratori, verso i quali orientare gli alunni portatori di handicaps, durante e dopo l’adempimento dell’obbligo scolastico; consigliano e aiutano le famiglie.

Proposta di Piano Educativo Individualizzato

Criteri generali:

I soggetti dell’intesa, al fine di attuare il piano educativo individualizzato per gli alunni portatori di handicaps, concordano i mezzi e i modi per documentare il comune itinerario operativo.

Questa documentazione non deve intendersi sostitutiva della scheda di valutazione che resta lo strumento di lavoro specifico dei docenti; né sostitutiva del “libretto sanitario” previsto dalla L. n. 833/1978 sulla “Riforma del Servizio sanitario nazionale”. Essa, dovrà essere finalizzata a favorire gli interventi interprofessionali previsti dalla L. n. 517/1977.

Tenendo conto di alcune esperienze in atto, se ne propone una esemplificazione:

  • 1° Parte: Identificazione della situazione al momento di ingresso del soggetto portatore di handicaps nella scuola (materna, elementare, media).

Concorrono alla identificazione del profilo dell’alunno al momento del suo ingresso nella scuola: operatori scolastici, operatori socio-sanitari, familiari dell’alunno; l’iniziativa può essere presa da ciascuna delle componenti.

Si costituisce un gruppo di lavoro composto, di norma, dal Direttore didattico e dal Preside, dall’insegnante o dagli insegnanti, da uno o più membri dell’equipe specialistica della ASL ( UONPI, ad es.), da un rappresentante del servizio sociale, dai genitori dell’alunno. Il gruppo procede alla raccolta dei dati; le riunioni hanno luogo, di norma, nella sede scolastica.

Con il contributo delle varie competenze e conoscenze si traccia, nella prima parte del documento, un profilo del soggetto che dovrebbe comprendere: dati anagrafici, dati familiari, domicilio, indicazione della eventuale scuola di provenienza, condizioni al momento di ingresso (per esempio: stato di salute, vista, udito, coordinazione motoria, orientamento, autonomia, linguaggio in relazione all’età, condizioni psichiche, comportamento con i coetanei e con gli adulti, situazioni e manifestazioni per cui si chiedono esami particolari e interventi specializzati, ogni altra notizia che possa risultare utile)

  • 2° Parte: Valutazione approfondita

Durante il primo periodo di frequenza scolastica l’alunno viene osservato dagli insegnanti e dagli operatori socio-sanitari che si propongono di valutare: gli aspetti generali, i livelli di capacità, i livelli di apprendimento, le abilità pratiche e operative.

In merito si potrà ricorrere all’uso di strumento di osservazione come: griglie, schede, guide, ecc., tenendo conto del fatto che la valutazione approfondita risulta premessa necessaria per la definizione del piano educativo individualizzato.

Il gruppo di lavoro procede quindi a registrare i dati acquisiti.

  • 3° Parte: Piano educativo individualizzato

Questa terza parte si dovrebbe articolare in più fogli, in ciascuno dei quali lo spazio di competenza della scuola risulti affiancato da quello di competenza degli operatori socio-sanitari e addetti alla riabilitazione.

In modulo sintetico si individuano ed indicano gli obbiettivi.

Per ciascuno… l’interazione tra i docenti, il materiale didattico, i luoghi e i tempi di azione.

Gli operatori socio-sanitari definiscono, in corrispondenza: gli interventi terapeutico-riabilitativi, le assistenze e i luoghi di azione

  • 4° Parte: Verifica

Il gruppo si riunisce in date prestabilite (mensili, trimestrali ecc.), prende atto del programma svolto, delle verifiche attuate dai vari operatori: esprime una valutazione complessiva, riformula il programma per obiettivi.

I collegi dei docenti, i Consigli di classe e di interclasse partecipano, secondo competenza, alla definizione del piano educativo individualizzato.

I gruppi di lavoro per l’integrazione degli alunni portatori di handicaps costituiti presso i Provveditorati, offrono consulenza tecnica, con particolare riguardo a quanto attiene agli interventi scolastici.

Il Piano educativo individualizzato (indicato in seguito con il termine P.E.I.), è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l’alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione, di cui ai primi quattro commi dell’art. 12 della legge n. 104 del 1992.

Il P.E.I. è redatto, ai sensi del comma 5 del predetto art. 12, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla ASL (UONPI) e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell’insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell’alunno. Atto di indirizzo: D.P.R. del 24/02/94, art.4.

Il P.E.I. tiene presente i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche, di cui alla lettera a), comma 1, dell’art. 13 della legge n. 104 del 1992. Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2, propongono, ciascuno in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, di cui ai precedenti articoli 3 e 4, gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione ed integrazione scolastica dell’alunno in situazione di handicap. Detti interventi propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell’alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell’alunno comunque disponibili. ]

Il PEI non deve essere scritto solo per i ragazzi con disabilità. Il docente curricolare dovrà stilare in massimo tre pagine di PEI per ogni alunno, in collaborazione con il pedagogista, il tutor tirocinante pre-ruolo e i sei tirocinanti tutor pre-laurea. Si aggiungerà il docente di sostegno ed educatori di sostegno qualora ce ne sia bisogno. Gli educatori di sostegno dovranno essere assunti dalle cooperative ed essere aggiornati sulla problematica di intervento del soggetto con handicap.

Per ogni alunno senza handicap si dovranno elencare:
– metodologie, tecniche, variazioni sulle stesse;
– modalità di coinvolgimento della famiglia.

 

 

Per la classe si dovranno elencare:

– verifiche, finalità e obiettivi didattici;
– itinerari di lavoro, distribuzione compiti;
– tecnologie adoperate (se ce ne sono);

 

per gli alunni con handicap si dovranno elencare:

–        metodologie, tecniche, variazioni sulle stesse;

–        modalità di coinvolgimento della famiglia;

–        verifiche, finalità e obiettivi didattici;
–        itinerari di lavoro, distribuzione compiti;
–        tecnologie adoperate (se ce ne sono);

 

 

Profilo Dinamico Funzionale:

[ Per un Profilo Dinamico Funzionale esatto, occorre una corretta formulazione del Piano Educativo Individualizzato, ed è perciò indispensabile, una programmazione degli interventi che deve essere il frutto di una collaborazione interdisciplinare in ogni settore: docenti curricolari e specializzati, degli operatori della A.S.S.L. e la collaborazione della famiglia. La conoscenza puntuale, estesa e approfondita della situazione individuale permetterà di trovare utili indicazioni operative per poter sviluppare le capacità dell’individuo con handicap per raggiungere un suo possibile traguardo.

 

Formazione delle classi

Le classi che accolgono alunni portatori di handicap, erano automaticamente costituite con un “massimo di 20 alunni”, come è esplicitato al comma 3, art.7 L.517/1977; tale legge è richiamata e confermata all’art.13, comma 1 della Legge 104/92. Però l’art.40 della L. 449/97 ha abrogato questi riferimenti normativi producendo classi molto numerose.

In seguito a questo disservizio l’art. 26 comma 12 della legge 448/98 (Finanziaria per il 1999) ha poi delegato il Governo ad emanare un decreto per regolare la materia.

Infatti il Ministero P.I., conseguentemente emanava il D.M. n. D.M. 141 del 3 Giugno 1999, nel quale è stabilito che le classi frequentate da alunni portatori di handicap, non abbiano più di 20 alunni, purché sia predisposto, da parte dell’intero Consiglio di classe (e non da parte del solo insegnante di sostegno) un progetto per l’integrazione. In tale progetto devono essere espressamente indicati: le motivazioni per la riduzione del numero degli alunni, in rapporto alle esigenze formative dell’alunno e le strategie e le metodologie adottate dal Consiglio di classe.

Il progetto va inviato dal Capo di Istituto al GLH del Provveditorato agli Studi, il quale, sulla base dei criteri predisposti dal GLIP in merito alla formazione delle classi, esprime motivato parere al Provveditore. Se tale progetto non è stato presentato o non viene approvato, le classi di ogni ordine e grado frequentate da alunni in situazione di handicap, non possono comunque avere più di venticinque alunni. Esiste però una flessibilità da ventuno a venticinque alunni determinata dalla gravità dell’ handicap, dalle situazioni oggettive degli alunni interessati e dalle difficoltà organizzative della scuola e dalle risorse professionali in essa presenti (sufficiente numero di ore di sostegno, preparazione di tutti gli insegnanti sulle tematiche dell’ handicap, etc…).

La presenza nella stessa classe di più di un alunno in situazione di handicap deve essere prevista solo in casi eccezionali e come ipotesi residuale, e solo in presenza di handicap lievi.

Le classi iniziali con più di un alunno in situazione di handicap sono comunque costituite con non più di venti iscritti.

Per alunni con o senza handicap, temporaneamente ospitati presso ospedali per un periodo non inferiore a 30 giorni, possono essere autorizzate dal Provveditore agli Studi classi di scuola elementare o media, anche con un basso numero di alunni. La materia è regolata dalla C.M.353 del 7 agosto 1998 (art.11).

Novità: TAR del Lazio – sentenza dell’11 Aprile 2007 ]

Le classi dovranno essere di massimo 20 alunni per classe come è esplicitato al comma 3, art.7 L.517/1977 e come confermato dall’art.13, comma 1 della Legge 104/92. Non bisogna condividere l’abrogazione fatta dall’art.40 della L. 449/97.

La classe potrà avere momenti di cooperazione all’ interno dell’orario scolastico insieme con il portatore di handicap per il raggiungimento degli obiettivi.

Verrà stilato un ordine degli interventi con gli argomenti di studio sia per i portatori di handicap sia per la classe, per trovare anche argomenti in comune con le altre materie e rendere le lezioni interdisciplinari.

Gli studenti ricoverati dovranno essere supportati dai tirocinanti pre-ruolo, tirocinanti pre-laurea e dai tirocinanti pedagogisti che organizzeranno gli incontri prendendo spunto dal programma didattico curricolare della materia di studio.

Verifiche GLH:

[ Agli interventi educativi, dopo l’elaborazione del Profilo Dinamico Funzionale, seguono le verifiche con cadenza possibilmente trimestrali (entro Ottobre Novembre, entro Febbraio Marzo, entro Maggio Giugno).
Si tratta di GLH operativi, che ovviamente non vanno confusi con i GLH d’Istituto ( L.104/92,art.15,comma2), che pure hanno la loro importanza, ma che riguardano tematiche generali sull’ handicap in relazione alla singola scuola.

E’ importante, in caso di inadempienze nella elaborazione del P.D.F o P.E.I. , oppure il GLH non viene convocato, formulare  la richiesta al Dirigente Scolastico, citando come normativa: la Legge Quadro, o l’Atto di indirizzo  D.P.R. 294,  oltre la Legge Regionale, per il Diritto allo Studio.
Inoltre, vedere  se tra Ente Locale, A.S.L.L. e Provveditorato, sono stati sottoscritti accordi o intese, per stabilire i servizi e le disponibilità finanziarie che le Amministrazioni si impegnano a realizzare.

Che cosa è L’Accordo di Programma?

L’art27  della L.142/90, definisce l’attuazione di opere, di interventi o di programmi di intervento che richiedono, per la loro completa realizzazione, l’azione integrata e coordinata di comuni, di province e regioni, di amministrazioni statali e di altri soggetti pubblici, o comunque di due o più tra i soggetti predetti.
Il presidente della Regione o il Presidente della Provincia o il Sindaco, in relazione alla competenza primaria o prevalente sull’opera o sugli interventi o sui programmi di intervento, promuove la conclusione di un accordo di programma, anche su richiesta di uno o più dei soggetti interessati, per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinarne i tempi, le modalità, il finanziamento ed ogni altro connesso adempimento.]

 

Le verifiche saranno gruppi di lavoro per l’ integrazione scolastica dei portatori di handicap e dovranno essere estesi non solo alle discipline curriculari ma anche a quelle extracurricolari riguardanti il supporto allo studio, allo sport, all’ arte, alla musica, alla danza, al cinema, al teatro e alla narrazione.

Tutti gli studenti dovranno scegliere per le ore pomeridiane un’attività preferenziale tra quelle extrascolastiche oltre al supporto allo studio.

I corsi non saranno definiti per età, le discipline avranno studenti per fasce di età che oscilleranno dai 3-5 anni, dai 6-10, da 11-13, provenienti da diversi plessi scolastici limitrofi.

Gite scolastiche di Istruzione:

[ Dalla C.M. 291/92, art. 8, comma 2:

Per la partecipazione alle gite scolastiche di uno o più alunni portatori di handicap: “si demanda alla ponderata valutazione dei competenti Organi Collegiali di provvedere, in via prioritaria, alla designazione di un qualificato accompagnatore nonchè di predisporre ogni altra misura di sostegno”.

Ciò significa che l’accompagnatore non deve essere necessariamente l’insegnante dell’attività di sostegno, ma può essere un qualunque membro della comunità scolastica (docenti, personale ausiliario, familiari).

In caso negativo, bisogna insistere col Dirigente Scolastico e se necessario fare intervenire il docente utilizzato presso il GLH del Provveditorato o l’ispettore coordinatore del GLIP, al fine di evitare una discriminazione espressamente vietata dalla L. 104/92 e dalla C.M. 291/92.]

Gli accompagnatori durante le gite scolastiche o durante gli spostamenti extrascolastici, potranno essere gli educatori e non i docenti, a meno che le gite non riguardino determinati argomenti di studio. In quel caso i docenti potranno comunque essere affiancati dagli educatori che saranno coperti da assicurazione e spese viaggio direttamente dalla struttura scolastica.

L'insegnante di sostegno:

[ E’ un insegnante specializzato, previsto dalla Legge 517/77, che viene assegnato, in piena contitolarità con gli altri docenti, alla classe in cui è inserito il soggetto portatore di handicap per attuare “forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicap” e “realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni”
Viene nominato dal Provveditore agli Studi della Provincia, su segnalazione delle scuole che prevedono la presenza nel Circolo, di alunni portatori di handicap certificati.
Ogni anno, con le nuove pre-iscrizioni, ogni Istituzione scolastica determina il numero dei soggetti portatori di handicap iscritti, valuta la gravità ed i bisogni di ogni singolo caso e chiede all’Ufficio Provveditorato l’assegnazione di un numero di insegnanti di sostegno.
L’insegnante di Sostegno assume l’impegno di collaborare pienamente con i colleghi nell’impostazione e realizzazione del progetto educativo-didattico riferito all’alunno h., mette a disposizione la propria competenza, correlata alla specializzazione didattica, e a predisporre i relativi percorsi e strumenti; assume la corresponsabilità dell’attività educativa e didattica complessiva nella sezione, modulo o classe cui viene assegnata; svolge compiti di collaborazione con le famiglie e le strutture sanitarie del territorio (C.M. 184 del 3/7/91).
La quantificazione oraria nel rapporto insegnante/alunno viene stabilita in base al Progetto Educativo che si fonda sui bisogni dei singoli soggetti rapportati alle diverse gravità di handicap.
L’insegnante di sostegno partecipa, nella scuola  elementare, in piena contitolarità e corresponsabilità, come pure alla valutazione di tutta la classe cui è stata assegnata, compresi i  soggetti handicappati.
Le modalità con cui viene assegnato l’insegnante di sostegno sono quelle esplicitate nel D.M. n°331/98 artt.37 e 41 come integrato dall’art.26 comma 16 della Legge 448/98.
Ciò significa che non vi sarà più la nomina di un insegnante ogni quattro alunni in situazione di handicap, ma che il Provveditore potrà disporre nell’organico di un posto ogni 138 alunni frequentanti le scuole statali della Provincia.Questi posti verranno poi assegnati alle singole scuole secondo le richieste avanzate dai Dirigenti Scolastici, documentate con Diagnosi Funzionale e corredate di progetto di integrazione. Se il numero di posti calcolati con l’operazione precedentemente indicata (1:138), il Provveditore può concedere delle deroghe e nominare dei supplenti per le ore mancanti. Ciò in base all’art.40 comma 3, L.449/97 e dall’art.26 comma 15, L.448/98.

Quali sono i problemi ricorrenti per il sostegno?

  • Il ritardo nel tempo di nomina, che è legato a tutto il movimento dei trasferimenti degli insegnanti ed è un problema che va risolto a livello di Ministero della Pubblica Istruzione.
  • La rotazione continua degli insegnanti di sostegno da un anno all’altro.
  • La quantità delle ore: c’e’ una riduzione crescente delle deroghe a causa delle restrizioni delle leggi finanziarie. Però un fatto positivo: nella Legge Finanziaria del  2000, L.448/99, all’art.21 comma 2, mentre impone la riduzione del numero di insegnanti, esclude quelli di sostegno, facendo salvo l’art.40, commi 1 e 3 della Legge 449/97, che prevedono sia la nomina di insegnanti specializzati  secondo il nuovo rapporto un posto ogni 138 alunni, sia la nomina in deroga di ulteriori insegnanti di sostegno.
  • La qualità della prestazione (leggere nel sito della Federazione Associazioni Docenti per il  Sostegno : Fadis),e la Qualità dell’Integrazione Scolastica,…da Introduzione nel sito di Pavoni Risorse di Dario Ianes e Mario Tortello). ]

Il docente di sostegno affianca in classe il ragazzo disabile insieme con l’assistente educativo, una figura specializzata sull’ handicap. La nuova scuola prevedrà una convenzione con l’ Università che provvederà a fornire attraverso piattaforma MOOC tutte le informazioni necessarie sulla patologia di interesse, in maniera che, oltre ad avere la specializzazione post laurea, il docente possa intervenire in maniera idonea sul contesto educativo più adatto alla patologia in questione. Anche gli educatori, e chi si interfaccerà con la problematica, potrà avere accesso, in modalità online, al materiale di studio.

Tutti gli aggiornamenti e la formazione post laurea per docenti e tirocinanti che verranno forniti su piattaforma MOOC dovranno essere svolti nelle sedi dell’ Università o, chiedendo l’ identificativo, anche da casa.

Continuità Educativa e didattica:

[ La continuità educativa e didattica del processo di integrazione scolastica tra i diversi gradi dell’istruzione pubblica, è garantita e disciplinata da disposizioni legislative ed amministrative. La stessa Legge quadro prevede “forme obbligatorie di consultazione tra insegnanti del ciclo inferiore e del ciclo superiore” (L. 104/92, art. 14, comma 1, lett. c).

Per quanto riguarda la scuola dell’obbligo la normativa di riferimento più importante è la C.M.1/88.
Questa normativa indica criteri e modalità di raccordo a livello didattico-istituzionale per agevolare il passaggio dell’alunno handicappato da un ordine di scuola a quello successivo. Prevede incontri tra gli operatori scolastici e socio – sanitari, la trasmissione di notizie e documentazioni e in particolare la possibilità che l’insegnante di sostegno della scuola di provenienza segua l’alunno nella fase di passaggio e di iniziale frequenza della nuova istituzione scolastica.
Sulla continuità educativa in senso lato e per tutti gli alunni (ivi compresi gli alunni con Handicap)si parla nel D.M. del 16/11/90 e nella C.M. n° 339/92.
Nel collegato alla legge finanziaria 662 del 23/12/96, art.1 comma 72, è previsto il principio che sancisce :”è garantita la continuità del sostegno per gli alunni portatori di Handicap”. Tale norma è ribadita dal citato art.40 del D.M. n°331/98.
Infine, tra le ipotesi di sperimentazione il D.M. n°331/98 all’art.43 indica anche quella concernente la continuità educativa. ]

La continuità didattica non sarà solo per i disabili ma sarà presente anche per tutti gli altri studenti. Ci sarà il continuo monitoraggio attraverso la compilazione delle schede personali dell’alunno dove verranno indicate le predisposizioni, gli argomenti dove ha mostrato maggior interesse, l’andamento scolastico. Le schede verranno analizzate dal pedagogista che valuterà, nelle sedute individuali, insieme con lo stesso studente, il percorso o i vari percorsi possibili da seguire post diploma.

Mansioni degli "ex bidelli" (ora denominati "collaboratori scolastici"):

[ (AIPD * Osservatorio Scolastico Nazionale,* Carta dei.Diritti,   aggiornamento a cura dell’Avv. Salvatore Nocera).
Sino alla fine del 1999 il mansionario dei collaboratori scolastici è regolato dai contratti collettivi di lavoro relativi ai dipendenti degli Enti Locali per la scuola dell’infanzia, elementare  e superiore (D.P.R. n° 347/83 e successive modifiche), secondo cui tale personale, inquadrato nella “quarta fascia stipendiale” deve svolgere attività di assistenza materiale nell’ingresso ed uscita dalla scuola degli alunni con handicap, all’interno dei locali scolastici e di assistenza per l’igiene personale e l’accompagnamento ai servizi igienici; ciò senza alcuna indennità aggiuntiva essendo queste mansioni ordinarie normali del profilo professionale.
A partire dal 1°gennaio 2000 tutti i collaboratori scolastici dipendenti degli Enti Locali, transitano nei ruoli del Ministero della P.I. (L.124/99 art.8) e si applicano ad essi ed a quelli già dipendenti della P.I. le norme del Nuovo Contratto Collettivo, approvato nel maggio 99 e pubblicato nel supplemento alla G.U. n° 133 del 9 giugno 99. In forza dell’art.32 di tale contratto i collaboratori scolastici nelle scuole statali di ogni ordine e grado hanno mansioni ordinarie e mansioni aggiuntive.
Le mansioni ordinarie indicate nell’art.50 comma 1 e tabella A: Profili professionali area A/2: Profilo Collaboratore scolastico “…ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse. In relazione alle esigenze emergenti nel sistema formativo, con riguardo anche all’integrazione di alunni portatori di handicap e alla prevenzione della dispersione scolastica, partecipa a specifiche iniziative di formazione e aggiornamento.”
Le mansioni aggiuntive, per le quali quindi scatta il diritto al premio incentivante, sono individuate sempre dall’art.50 comma 1 stessa tabella come segue:”…assistenza agli alunni portatori di handicap all’interno delle strutture scolastiche, nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale”. Per tutte le mansioni ordinarie ed aggiuntive i collaboratori scolastici debbono frequentare un corso di aggiornamento. L’individuazione dei collaboratori scolastici che dovranno svolgere le mansioni aggiuntive avviene, grazie al  Dirigente Scolastico con ordine di Servizio; quanto al premio incentivante la relativa delibera spetta al Consiglio di Circolo.
Per evitare discontinuità nel servizio svolto dai collaboratori scolastici dipendenti dagli Enti Locali, nel momento in cui entrano nei ruoli del Ministero P.I. i D.M. n.184 del 23/7/99 (artt.6,7,8) e n.297 del  10/12/99 forniscono chiarimenti nel senso sopraindicato. Inoltre la C.M. n.245/99 alla voce VARIE nei numeri 3,4,e 5 precisa con esempi che gli ex bidelli degli Enti Locali trasferiti allo Stato dovranno continuare a svolgere, come dipendenti statali, solo i compiti di assistenza agli alunni con handicap nell’ambito della scuola. Quanti svolgevano anche mansioni, quali ad esempio di autisti di scuolabus o di sorveglianza alle mense scolastiche, dovranno cessare da questi incarichi, rientrando essi nelle competenze del personale dipendente degli Enti Locali i quali debbono continuare a garantire questi servizi e quelli dell’assistenza educativa per l’autonomia e la comunicazione; viene citato a tal proposito il D.P.R. n. 616/77 art. 42 e 45, che sono espressamente richiamati dall’art.13 comma 4 della L.104/92.
I genitori degli alunni con handicap debbono conoscere con esattezza questa normativa per chiederne ai Dirigenti Scolastici la puntuale applicazione, affinché non avvenga che la scuola telefoni a casa chiedendo ai familiari di recarsi presso i locali scolastici per motivi legati all’igiene personale del figlio con handicap.
Questa prassi, talora adottata da alcune scuole, è illegittima poiché il Servizio Pubblico di integrazione scolastica comprende anche questi aspetti. La famiglia pertanto non deve essere disturbata per questi motivi poiché, in caso contrario, si potrebbe forse ipotizzare l’interruzione di un pubblico servizio.

Novità: TAR del Lazio – sentenza dell’11 Aprile 2007 ]

Come da D.P.R. n° 347/83 e successive modifiche, i compiti dei collaboratori scolastici saranno quelli di accompagnare il disabile nell’ assistenza materiale all’ingresso e all’uscita dalla scuola, all’interno dei locali scolastici e nell’ assistenza per l’igiene personale e l’accompagnamento ai servizi igienici; ciò senza alcuna indennità aggiuntiva. Dovranno occuparsi della pulizia ed igiene di tutto il plesso scolastico.

I tirocinanti educatori professionali sanitari e gli educatori professionali sanitari si occuperanno di assistere i disabili durante l’orario pasti e, se necessario, aiutarli ad alimentarsi.

Ausili e sussidi didattici:

[ I sussidi didattici sono gli oggetti, gli strumenti, le attrezzature, i materiali (strutturati e non) compresi i mezzi audiovisivi e informatici che possono facilitare l’ autonomia, la comunicazione e il processo di apprendimento. Tra questi particolare importanza assumono le nuove tecnologie e in particolare il computer per le numerose e innovative potenzialità che offrono anche nel campo educativo e della didattica delle singole discipline.
Per gli alunni disabili, accanto ai sussidi tradizionali, sono disponibili materiali hardware e software che possono essere facilmente e utilmente utilizzati nella scuola.
La fornitura di sussidi didattici e attrezzature, compresi i mezzi informatici e i programmi di software didattico, compete sia all’amministrazione scolastica che alle amministrazioni locali.
Poiché non tutti i sussidi sono concessi gratuitamente e poiché nel mercato esiste una vasta gamma, diversificata nei prezzi e nella validità, occorre che la loro scelta sia operata con estrema attenzione per ottenere la massima ottimizzazione della loro utilizzazione.
Mezzi informatici
L’introduzione e l’uso di mezzi informatici nella scuola è conseguenza diretta della rapida e crescente evoluzione tecnologica, la quale ha mutato il contesto culturale, sociale e produttivo rispetto al passato.
La possibilità di utilizzare i computer per realizzare sistemi di istruzione assistita è oggi uno degli sviluppi più significativi nel campo della didattica. Il computer è così oggi un nuovo e indispensabile strumento al servizio dei docenti che consente di conseguite l’obiettivo di un insegnamento individualizzato. Il computer agisce non solo come strumento di apprendimento, ma anche come stimolo all’apprendimento, determinando l’attenzione continua e favorendo la memorizzazione.
Alcune delle possibilità più significative dell’applicazione dei mezzi informatici nel processo di apprendimento di alunni con handicap sono:

  • l’organizzazione logico-percettiva delle attività e del materiale di insegnamento;
  • il numero elevatissimo delle attività via via selezionate nella forma di presentazione e nella struttura appropriata ad ogni soggetto;
  • la presentazione multimediale dei contenuti da apprendere.

L’uso del computer da parte dei disabili è attualmente facilitato grazie alla disponibilità di una vasta gamma di interfacce e di altri ausili che ne consentono l’utilizzazione anche a soggetti con gravi disabilità .Il computer infatti è dotato di una capacità pressoché illimitata di manipolazione di simboli. Le sue potenzialità e versatilità ne fanno uno strumento di utilizzazione sempre più esteso e un ausilio per il potenziamento delle abilità umane e quindi per il superamento dell’ handicap. Il computer non può ridurre la disabilità, ma può diminuire la situazione di handicap.
Una delle possibilità dei mezzi informatici è quella di sostituire una funzione come il movimento, la voce, la vista per permettere ad una persona con disabilità una maggiore autonomia e di conseguenza una maggiore possibilità di esprimere se stessa e di instaurare rapporti di scambio reciproco.
Con il sussidio del computer è possibile, quindi, rendere più efficace il tempo-istruzione, utilizzare al massimo le capacità dell’alunno con handicap, verificare il raggiungimento di obiettivi didattici, attuare curricoli integrati e avere canali comunicativi multimediali con soggetti privi di manualità o con deprivazioni sensoriali (privi di vista, sordomuti).
Per l’acquisto di attrezzature e di sussidi didattici, anche informatici, cfr.L.104/92, art.13, comma 1, lett. b e la Direttiva 766/96 e successive conferme che provvede all’assegnazione dei fondi del capitolo 1149 del Bilancio del Ministero della P.I. ]

La scuola deve essere dotata di un computer per classe, più l’aula informatica dove ce ne saranno almeno 21: 20 per gli alunni più uno per il docente.

Il computer nelle classi e i tablet per ogni docente saranno necessari in quanto ognuno, a fine lezione, nei 10′, compilerà il diario dello studente interrogato, intervenuto o che ha dato problemi, scrivendo nei dettagli e per un massimo di 20 righe quello che riguarda lo studente.

Gli studenti disabili utilizzeranno il tablet in caso di necessità, per allenarsi con la strumentazione informatica. Per percorsi ed attività sul computer, il docente di informatica, in collaborazione con il docente di sostegno proporrà e consiglierà delle attività che possono svolgersi su tablet.

Per il disabile si privilegeranno sempre attività di manipolazione, dove possibile.

Sperimentazione:

[ La sperimentazione è intesa come ricerca e realizzazione di innovazioni sul piano metodologico-didattico (D.P.R. n.419/74, art.2 e 3, ripresi poi nel testo unico 297/94, art 277-278).
Deve contenere: la identificazione del problema che si vuole affrontare con la relativa motivazione; la formulazione scientifica dell’ipotesi di lavoro; la individuazione degli strumenti e delle condizioni organizzative; il preventivo di spesa; la descrizione dei procedimenti metodologici nelle varie fasi della sperimentazione; le modalità di verifica dei risultati e della loro pubblicizzazione.
Il ricorso alla sperimentazione, che consente maggiore libertà in un percorso individualizzato, è esplicitamente contemplato nella Legge Quadro 104/92, comma 1 (lettera e) e comma 5 dell’art.13; per quanto riguarda i finanziamenti, si fa riferimento all’art.42 della stessa Legge.

Essenziale, per porre le basi per  una progettualità il più ricca possibile in sede locale , è l’Accordo di Programma, in cui i diversi soggetti firmatari, sottoscrivono gli impegni finanziari concreti, atti a garantire la realizzazione della piena integrazione scolastica dei ragazzi con deficit.
L’adeguamento del sistema scolastico ai bisogni di formazione e crescita della persona con handicap, la flessibilità organizzativa e di contenuti, aperta alla sperimentazione di strategie multidisciplinari, la progettazione congiunta, la realizzazione di progetti di orientamento e di continuità educativa, l’attenzione alla prospettiva della vita adulta, diventano elementi essenziali per la qualificazione del percorso di integrazione.

L’Atto di indirizzo:
Decreto Ministeriale – Ministero della Pubblica Istruzione e Ministero della Sanità – 9 luglio 1992.
“Indirizzi per la stipula degli accordi di programma ai sensi dell’art. 13 della legge-quadro 5 febbraio 1992, n. 104, sull’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.”
(Pubblicato nella G.U. 30 ottobre 1992, n. 256.)

….Omissis
f) innovazione e sperimentazione didattica.
4. Gli accordi di programma per le attività di cui ai commi precedenti prevedono modalità di collegamento delle stesse con i progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati e la distribuzione dei finanziamenti relativi fra i soggetti competenti ad erogarli; le attività possono consistere in ludoteche, centri di documentazione, addestramento all’uso di ausili anche informatici e quanto altro sia ritenuto utile a favorire interventi precoci anche presso le famiglie per sviluppare l’autonomia fisica psicologica e sociale; dette attività possono riguardare, altresì, più mirati interventi culturali, ricreativi, sportivi, di orientamento e formazione professionale, di tempo libero e di contatto con il mondo del lavoro. In ogni caso esse debbono mirare quanto più possibile al coinvolgimento di tutta la classe e non solo degli alunni in situazione di handicap, anche quando vengono svolte al di fuori dell’ambiente scolastico, fatte salve le competenze del consiglio di circolo o di istituto di cui all’art. 6 del D.P.R. 31 luglio 1974, n. 416.
5. Negli accordi di programma sono altresì indicate le figure professionali per gli interventi di cui al presente articolo nonché le modalità che garantiscono la partecipazione degli stessi alle attività previste ed ai gruppi di lavoro provinciali, previsti dall’art. 15, commi 1 e 2. Gli accordi di programma prevedono modalità e tempi per la predisposizione, attuazione e verifica degli adempimenti di cui ai precedenti commi 2 e 3 in modo coordinato tra gli operatori delle diverse amministrazioni, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche.
6. E’ considerato intervento essenziale nell’ambito degli accordi di programma, ai fini dell’orientamento scolastico e professionale, la stipula di intese interistituzionali, a livello provinciale o comunale, su apposti progetti operativi.
7. Per gli alunni con handicap in situazioni di gravità, gli accordi di programma debbono garantire interventi prioritari, rispettosi del principio dell’integrazione nella scuola di competenza territoriale dell’alunno. Le relative modalità saranno stabilite negli accordi di programma stessi anche per quanto riguarda l’utilizzazione delle attrezzature di cui all’art. 13, comma 1, lettera b), della legge quadro.
Sui criteri di assegnazione dei finanziamenti da parte del M.P.I., oltre la C.M. 766/96, il D.M. 6 Agosto 1998, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, n.229 il 1 Ottobre 1998, e il D.M. 331/98, art.43 che indica le tipologie di sperimentazione per la quale c’è priorità di finanziamento, e cioè:
….Omissis
43.3 Il Provveditore agli studi, sulla base delle proposte del Gruppo di lavoro provinciale interistituzionale (Glip), individuerà i progetti da approvare osservando le seguenti priorità:
a) interventi precoci finalizzati alla prevenzione dei fenomeni di aggravamento delle situazioni di handicap nei gradi iniziali dei processo formativo;
b) percorsi integrati di istruzione e formazione professionale e di inserimento nel mondo dei lavoro, con particolare riferimento a progetti che prevedono l’uso di risorse provenienti da altri soggetti, con particolare attenzione alle cooperative sociali, al riconoscimento di crediti formativi e all’alternanza scuola-lavoro;
c) percorsi di integrazione che prevedano l’impiego anche di persone esterne al corpo docente, come tutors reclutati attraverso “borse amicali”, esperti in specifiche attività lavorative o figure di sistema;
d) interventi formativi in contesti esterni alla scuola e attività didattiche cooperative, con il coinvolgimento di tutti gli alunni e gli insegnanti;
e) integrazione scolastica di minorati dell’udito e della vista, con l’intervento dei diversi soggetti istituzionali competenti, anche al fine di mettere le strumentazioni e le competenze specializzate a disposizione di reti di scuole;
f) progetti di integrazione scolastica dei disabili fisici e psichici, in particolare situazione di gravità, più direttamente mirati alle potenzialità di apprendimento e al miglioramento della vita di relazione;
g) progetti che si colleghino all’autonomia didattica ed organizzativa, prevedendo attività per gruppi, tempi scolastici flessibili, curricoli individualizzati, che, partendo dalle esigenze degli alunni in situazione di handicap determinino cambiamenti significativi dell’intera organizzazione, della scuola.
43.4 Il Provveditore agli studi dispone, altresì:
– l’eventuale assegnazione temporanea di insegnanti di sostegno dei grado di scuola precedente, nella fase di passaggio di un alunno da un grado all’altro di scuola, qualora il progetto educativo individuale e le esigenze di inserimento rendano necessarie forme di raccordo e integrazione tra i due gruppi di docenti;
– l’eventuale finalizzazione di competenze professionali assegnate per alunni in particolari situazione di handicap anche a reti di scuole.
43.5 In ogni caso i progetti dovranno, evitare la concentrazione di alunni della stessa tipologia di handicap nella stessa scuola, favorendo invece i consorzi tra scuole e lo scambio di strumenti ed esperienze;
43.6 Le scuole a cui verrà affidato il progetto di sperimentazione dovranno garantire l’informazione e la diffusione delle esperienze, attraverso la promozione di centri territoriali di servizi didattici e strumentali, in attuazione dell’autonomia gestionale o organizzativa delle scuole.
43.7 Le sperimentazioni proposte dai commi precedenti verranno sottoposte a specifico monitoraggio, al fine di valutare la qualità dei progetti, il conseguimento degli obiettivi prefissati e l’opportunità della diffusione delle esperienze realizzate. ]

In tutte le classi e su tutta la classe ci sarà la sperimentazione e la ricerca: i docenti si orienteranno verso un’impostazione metodologica didattica basata sulla ricerca e la cooperazione.

La valutazione agli esami e scrutini:

[ Per la valutazione degli alunni handicappati si applica il disposto dell’ articolo 318. del D.L.vo n. 297, 16 Aprile  1994, in cui è esplicitato:
“Alla  valutazione degli alunni handicappati da parte dei docenti è indicato, sulla base del piano educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti  programmatici di alcune discipline.”
“Nella scuola dell’obbligo sono predisposte, sulla base degli elementi conoscitivi, prove d’esame corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell’allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.”
Art. 16 Legge n.104 Valutazione del rendimento e prove d’esame.
Per quanto riguarda inoltre  la valutazione, va tenuto presente la L.148/90 sulla riforma dell’ordinamento della scuola elementare, in particolare gli artt.1,3,4,5,6.

O.M. 80/95 Titolo I art. 3 c. 3 (confermato ed integrato dalla O.M. 330/97 e dalla O.M. 65/98 e dall’art. 1 della O.M. 128/99): “La valutazione degli alunni riconosciuti in situazione di handicap viene operata, sulla base del piano educativo individualizzato, mediante prove di esame, anche differenziate, corrispondenti agli insegnamenti impartiti ed idonee a valutare il processo formativo dell’allievo in rapporto alle sue potenzialità ed ai livelli di apprendimento e di autonomia iniziali”. ]

Gli esami riguarderanno tutte le materie del percorso di studi. Si stilerà una tesina interdisciplinare che coinvolgerà tutte le materie previste dal piano di studi, sia quelle curricolari che extracurricolari, e si dialogherà, durante la discussione finale, degli argomenti trattati. Con i disabili il docente di sostegno creerà percorsi strutturati, concordandoli con i docenti curricolari ed extracurricolari.

 

 

LE SCHEDE DIDATTICHE ED EXTRADIDATTICHE

Alla fine di ogni lezione il personale docente strutturato e non, avrà a disposizione 10’, il tempo necessario per compilare le schede individuali dei ragazzi intervenuti durante l’ora di lezione. Il docente potrà compilarle sul tablet in dotazione, inserendo le informazioni sulla piattaforma scolastica, per rendere le informazioni fruibili agli altri docenti. La piattaforma scolastica online è un registro elettronico dove, al suo interno, verranno caricate le varie schede per ogni singolo alunno chiamato diario dell’alunno. La scheda sarà inserita nell’apposita cartella virtuale dell’alunno infatti sarà individuale, riguarderà il singolo alunno interessato.

Sulla scheda sono riportate le seguenti voci:

Alunno:

classe:

Data, ora:

Interrogazione (argomenti trattati):

Voto e giudizio:

Episodio o comportamento (se c’è stato un comportamento insolito, sia positivo che negativo):

Stato d’animo del ragazzo (recepito dal docente):

Stato d’animo del docente:

Per ogni voce si dovrà scrivere al massimo 20 righe. Servirà al docente successivo ed in seduta di riunione per analizzare il ragazzo non solo sotto l’aspetto del voto, ma anche attraverso lo stato d’animo. È importante che si includa anche questo perché la maggior parte delle volte lo studente può comportarsi in un determinato modo in risposta ad un’emozione provata.

Anche i tirocinanti tutor pre-laurea, e docenti pre-ruolo avranno delle schede da compilare con i loro alunni, avranno a disposizione dei tablet e potranno accedere alla piattaforma, rispondendo nell’apposita cartella virtuale dell’alunno sull’andamento extrascolastico specificando le seguenti voci:

Alunno:

classe:

Data, ora:

Analisi argomento ripetuto:

comprensione dell’alunno:

comprensione esercizi:

capacità di espressione dell’alunno nel spiegare le definizioni e concetti:

metodologia efficace adottata con l’alunno:

metodologia inefficace adottata con l’alunno:

atteggiamento assunto dal ragazzo (durante il supporto allo studio pomeridiano):

 

Queste schede servono come integrazione all’attività curricolare per capire le motivazioni degli stati d’animo dello studente a cosa sono dovute.

Anche gli altri tirocinanti educatori professionali, pedagogisti compileranno delle schede riguardanti il modo di sistemare e organizzare i tavoli durante l’orario di pranzo, il modo dei ragazzi di socializzare, e nel contesto ospedaliero come vivono le lezioni in contemporanea con la malattia.

 

IN MENSA

Alunno:

classe:

Data, ora:

tipologia di coinvolgimento, socializzazione:

compito ricoperto:

svolgimento compito (corretto/scorretto):

voto disciplinare:

 

IN OSPEDALE

Alunno:

Ospedale:

Data, ora:

Problematica riscontrata:

Emozioni rilevate:

Argomento trattato:

Apprendimento argomento:

Come vive la malattia:

 

Anche nello sport, nell’arte, nella danza, nella musica, nel teatro e nel cinema ci saranno apposite schede da compilare.

 

Le schede saranno impostate nel seguente modo:

Alunno:

Attività extrascolastica:

Data, ora:

Problematica riscontrata:

Emozioni rilevate:

Argomento trattato:

Livello di socializzazione, coinvolgimento:

Apprendimento attività:

Memorizzazione attività:

 

All’ interno della nuova scuola le attività extrascolastiche non sono facoltative, ogni ragazzo deve scegliere necessariamente un’attività perché le attività extrascolastiche faranno media con quelle scolastiche.

Le schede delle attività scolastiche ed extrascolastiche sono tutte su piattaforma nella cartella ogni singolo ragazzo, ma specificheremo sempre il nome e cognome dell’alunno, la classe di appartenenza, la data e l’ora.

Inoltre sarà compito della segreteria, prima dell’ inizio dell’anno scolastico, caricare su piattaforma tutti i dati sulla famiglia del ragazzo, il lavoro dei genitori, se abitano con un partente che non è genitore, se i genitori sono separati, divorziati…

Questo servirà per inquadrare meglio la situazione che vive lo studente. I docenti dovranno avere ben chiaro, prima dell’ inizio dell’anno la situazione familiare di ogni singolo alunno.

Non bisogna lasciare nulla al caso, anche sapere se in famiglia ci sono animali o se l’alunno ha perso i genitori è fondamentale, sevirà per capire meglio gli stati d’animo inconsci che il bambino attraversa nella sua vita interiore.

Prima dell’ inizio dell’anno scolastico ci sarà una riunione dove il pedagogista illustrerà ai docenti e operatori nel settore educativo, la modalità di compilazione delle schede, le problematiche dei ragazzi. L’ informatico spiegherà come accedere alla piattaforma per caricare le informazioni.

Tutti gli operatori delle associazioni, cooperative, scuole di danza, di teatro, sportive e dilettantistiche, artistiche e conservatori dovranno aver vinto il bando prima dell’ inizio dell’anno scolastico.

Tutti gli studenti dovranno essere seguiti dagli operatori fin dal primo giorno. In caso di mancata partecipazione, la scuola provvederà a selezionare altri operatori in graduatoria che dovranno essere informati e formati prima di intervenire sui ragazzi.

È importante che gli studenti non vengano mai lasciati soli nel percorso formativo.

Qui di seguito riassumo un esempio di schede da caricare su piattaforma:

This slideshow requires JavaScript.

LA SCUOLA E’ VIVA! EVVIVA LA SCUOLA!

This slideshow requires JavaScript.

di

Nancy Nitti

Nello scorso articolo ho parlato di come dovrebbe essere strutturata la scuola con docenti e figure aggiuntive.

In questo articolo, entro nel vivo delle figure e di come la scuola deve aprirsi alle strutture che sono sul territorio.

Prima di tutto cerchiamo di definire quali sono le figure coinvolte.

Il personale docente, nell’orario curricolare, è un docente di ruolo. Ogni docente curricolare avrà solo una sezione in una sola scuola. Non sarà possibile avere più corsi e più scuole dove insegnare. Questo consentirà di avere maggior spazio da dedicare agli alunni che, come abbiamo detto, saranno al massimo 20 per classe. In questo modo le scuole potranno assumere più docenti e ci sarà meno precariato.

I docenti di sostegno sono figure necessarie, assunte all’ interno della scuola. Sono figure che supportano i ragazzi con handicap e portano avanti un progetto adeguato alle capacità degli stessi. Non è un atto discriminatorio inserire un docente specializzato, anzi è necessario avere una figura predisposta con determinate competenze nel settore. È importante continuare a formare persone che sviluppino certe esperienze, non possiamo pensare che educatori e pedagogisti si occupino di casi di questo tipo, ci vuole necessariamente una formazione mirata e post laurea in quanto i casi di studio sono tantissimi e le specialità di settore devono diversificarsi a seconda dei casi. Ribadisco il concetto: i tuttologi non fanno bene all’ interno di una struttura educativa.

All’ interno della scuola, nell’ambito educativo, oltre al personale docente, ci deve essere come figura stabile la figura del pedagogista. Tale figura deve essere assunta dalla scuola. Per essere assunta e svolgere le mansioni di coordinamento, progettazione, consulenza rivolta a docenti e studenti e di orientamento, deve necessariamente avere nel suo curriculum, oltre alla laurea in pedagogia, scienze dell’educazione quadriennale (v.o. indirizzo educatori professionali), scienze pedagogiche (laurea quinquennale); una serie di attività documentabili, svolte nei vari contesti educativi: minori a rischio, handicap, stranieri, anziani. Deve inoltre aver tenuto come relatore almeno un seminario per la formazione dei docenti, avere competenze di counseling ed infine deve essere tutelato da un’associazione di categoria che garantisca la sua professionalità nel settore.

La figura del pedagogista dovendo essere una figura stabile e professionale, all’ interno della scuola, avrà anche un compenso adeguato.

Il pedagogista è presente fin dall’asilo per coordinare le attività anche con gli enti esterni convenzionati con la scuola.

Le riunioni docenti saranno supervisionate dalla figura del pedagogista e avverranno una volta alla settimana nelle ore pomeridiane, dalle 15:30 alle 18:30. Queste riunioni sostituiranno i consigli di classe e i collegi docenti. Questi incontri serviranno per fare il punto della situazione su ogni alunno per classe.

La figura del pedagogista è anche un facilitatore nella fase di coordinamento, è sempre presente durante le riunioni. Il suo compito non è solo quello di capire l’andamento della classe, durante le riunioni pomeridiane; ma è anche quello di leggere ed analizzare i diari di bordo dei docenti che vengono compilati ad ogni fine lezione per comprendere le problematiche e le giuste soluzioni da adottare nel percorso extrascolastico, con i docenti tutor pre-ruolo ed i tutor tirocinanti universitari pre-laurea, e capire quali sono le iniziative laboratoriali a cui gli studenti possono accedere sempre nelle ore pomeridiane anche in base alle loro predisposizioni ed interessi dopo aver effettuato un’attenta consulenza pedagogica individuale con lo stesso studente.

Le riunioni devono avvenire dal lunedì al venerdì nelle ore pomeridiane con i docenti curricolari, mentre nelle ore di lezione curricolare (la mattina) con i tutor tirocinanti docenti pre-ruolo e i tutor tirocinanti pre-laurea, i tirocinanti educatori professionali e i tirocinanti pedagogisti, per trovare con loro il giusto approccio metodologico di lavoro da utilizzare con i singoli studenti.

Le figure esterne al contesto scolastico sono quelle che appartengono agli enti convenzionati con la scuola, che hanno vinto il bando proponendo attività extrascolastiche e che hanno al loro interno figure adeguate:

  • Le università delle facoltà di lettere, matematica, informatica, scienze dell’educazione, scienze pedagogiche, scienze teologiche, economia per proporre, studenti prossimi alla laurea, come: tutor tirocinanti pre-laurea;
  • I conservatori, le accademie delle belle arti e di danza, per i laboratori d’arte e di musica: tutor tirocinanti docenti pre-ruolo e tutor tirocinanti pre-laurea;
  • Sostegno agli ospedalizzati e collaborazione con le case di riposo, dove poter intervenire con attività curricolari ed extracurricolari, accoglieranno: tutor tirocinanti docenti pre-ruolo e tutor tirocinanti pre-laurea;
  • Associazioni e cooperative metteranno a disposizione educatori professionali, educatori professionali nell’ambito sanitario, e altre figure preposte per la realizzazione dei laboratori e vincitori del bando proposto dalla scuola.
  • Il concorso scuola, professionalizzante per la figura del docente: tutor tirocinanti docenti pre-ruolo.

I tirocinanti pre-laurea dovranno aver ultimato tutti gli esami previsti dal piano accademico per poter supportare le attività extra di supporto dell’ intero anno scolastico. Solo così sarà possibile accedere al tirocinio e, alla fine del percorso, riceveranno un attestato di conseguimento tirocinio. Dopo aver ricevuto l’attestazione, lo stesso potrà conseguire il titolo di dottore con la discussione finale della propria tesi.

Il ruolo di pedagogista ha anche funzione di orientatore, questo ruolo è necessario sin dalla scuola elementare in quanto fin da piccoli si comincia ad intravedere l’ interesse dell’ individuo, le predisposizioni verso certe materie, anche se poi, con i vari interessi, delusioni, successi e simpatie, possono evolvere in altro.

La figura dell’orientatore opera nelle ore pomeridiane settimanali, dalle 15:30 alle 18:30 e il sabato mattina dalle 9:30 alle 12:30. Viene stilato per ogni studente che richiede la consulenza il diario dell’alunno che viene aggiornato volta per volta annotando passioni e predisposizioni. Ogni studente avrà il suo diario per tutta la durata del percorso formativo scolastico. Le consulenze devono avvenire su prenotazione per dare il giusto spazio ad ogni studente.

Il pedagogista suddividerà gli interventi riguardanti le riunioni, gli incontri con gli studenti per le consulenze e l’orientamento, in base a precisi orari da strutturare.

Parliamo ora delle materie curricolari. Queste devono essere distribuite dal Lunedì al Venerdì non superando le 26 ore, ore della durata di 50’ ciascuna, gli altri 10’ sono utilizzati per cambiare aula o per distrarsi, per mangiare uno snack, o per conversare con i compagni.

Le materie da adottare alle scuole elementari e medie sono le seguenti:

  • Italiano avrà a disposizione 7 ore totali da suddividersi in: Grammatica italiana e cenni di grammatica latina e greca (2h), Narrativa Latina e Greca, Dettato e Calligrafia (2h), Antologia e Geografia (2h), Attualità/Ed.Civica/Cenni di Legge e Storia (1h). Saranno i vincitori di concorso laureati in materie letterarie, che avranno come base di conoscenza il latino e il greco;
  • Matematica: Algebra, Aritmetica e Geometria (3h), Laboratorio di Scienze, Chimica e Fisica (2h), Scienze e anatomia (2h). Saranno i vincitori di concorso laureati in matematica, fisica, chimica;
  • Economia: cenni di economia (1h). Saranno i vincitori di concorso laureati in economia;
  • Informatica: cenni di informatica e coding (1h). Saranno i vincitori di concorso laureati in informatica;
  • Lingue straniere: Grammatica (dagli 8 anni in su) (1h), Conversation e Cineforum (già dai 3 anni) (2h). Madrelingua;
  • Educazione artistica: Storia dell’Arte-Arte e Filosofia-Tecniche di disegno e progettazione (2h). Saranno i vincitori di concorso laureati in materie artistiche;
  • Tecnologia: Studio dei materiali e della tecnologia-Progettazione disegno tecnico-disegno prospettico e teoria delle ombre (2h). Saranno i vincitori di concorso laureati in architettura ed ingegneria;
  • Educazione musicale: Storia della musica-solfeggio-lettura musicale-studio vocalità: “strumento voce” (2h). Saranno i vincitori di concorso laureati in conservatorio;
  • Religione: La nostra Religione e il confronto con le altre religioni-Cenni di Teologia Morale-Filosofia Morale (1h). Saranno i vincitori di concorso laureati in teologia.

È importante che si studi anche la filosofia morale perché è una materia che aiuta lo studente al ragionamento oltre ad indirizzarlo all’etica della responsabilità. Un compito molto importante affidato solo ai vincitori di concorso laureati in teologia (laurea quinquennale).

I docenti di italiano saranno due: uno si dedicherà alla Grammatica Italiana, Latina e Greca e Narrativa Latina e Greca, Dettato e Calligrafia; l’altro all’antologia, geografia, storia e attualità, includendo cenni di legge, attualità ed educazione civica.

Anche i docenti di matematica saranno due: uno si dedicherà alle discipline matematiche: aritmetica, geometria e algebra; mentre l’altro alle discipline scientifiche, ai laboratori di scienze, chimica e fisica e alle lezioni di anatomia.

La lingua straniera dovrebbe essere affidata ad un insegnante di madrelingua, in quanto non bisogna assolutamente parlare in italiano durante la lezione.

Non è inclusa l’educazione fisica nelle ore scolastiche curricolari. Non tutti infatti sono predisposti alle attività svolte durante l’educazione fisica. Si potrebbero verificare atti di bullismo legati al fatto che alcuni non riescono ad eseguire certi esercizi. Sarebbe necessario intensificare le lezioni delle altre materie, implementarne altre come l’ informatica e l’economia o aumentare le ore di educazione musicale e artistica  e creare a parte, durante le ore extracurricolari, corsi riguardanti sport ed altre attività che coinvolgono il corpo e la mente. Gli esercizi di educazione fisica non tutti sono capaci di farli, a volte anche lo stesso docente non si prende cura di coloro che hanno dei problemi a livello psicologico. Non tutti sono portati per la corsa della resistenza, non tutti per la steffetta o per il quadro svedese. Aprire ad attività extracurricolari, consente comunque di svolgere un’attività senza sentire il peso dell’insuccesso.

Le materie che prevedono compiti in classe ed attività laboratoriali come le scienze, l’arte, l’educazione musicale, il cineforum in lingua straniera, narrativa latina e greca, avranno due ore consecutive all’ interno dell’orario didattico.

Per le materie extracurricolari pomeridiane e del sabato mattina, la scuola deve disporre di convenzioni con associazioni, cooperative, ospedali, case di riposo, conservatori, accademie delle belle arti e centri di danza. Il personale educativo e i tirocinanti avranno mansioni differenti.

I tirocinanti educatori professionali affiancheranno i docenti di sostegno, supporteranno studenti stranieri e difficili (a rischio devianza); inoltre controlleranno gli studenti che, su turni ben strutturati, terranno in ordine la zona mensa apparecchiando, pulendo e servendo ai tavoli durante la settimana.

Gli educatori professionali, accompagneranno gli studenti (a piedi o aspettando appositi pulmini) ai cineforum e presso le varie associazioni e cooperative che proporranno le attività laboratoriali. Si privilegeranno i laboratori creativi. Gli studenti non verranno mai lasciati soli durante le attività e tutto sarà documentato, dagli stessi educatori, sul diario laboratoriale dello studente. Inoltre gli educatori professionali saranno attenti a quei minori che, nel fine settimana, non potendo stare con i propri genitori per motivi lavorativi, andranno nelle case di riposo per trovare e conversare con -nonni acquisiti-, definendo così i laboratori -nonni in affitto: il nonno racconta, il nipote racconta-. Questi interventi avviano ad una conversazione considerata da due diversi punti di vista: stimolare l’attività del ricordo nell’anziano e stimolare la fantasia del bambino nell’esprimersi. È importante sviluppare il linguaggio e l’espressività fin dalla tenera età, dai quattro anni in su.

Gli alunni delle scuole materne, elementari e medie potranno usufruire delle convenzioni con i cinema sul territorio e potranno seguire film in lingua originale anche il sabato mattina e nel primo pomeriggio, incontrando, a fine film, attori ed esperti del settore cinematografico, sempre accompagnati dagli educatori professionali.

Gli educatori professionali dovranno essere pagati tramite i fondi del servizio civile o in base ai bandi nazionali, regionali o tramite i fondi del comune di residenza.

I tirocinanti pedagogisti devono entrare nelle strutture ospedaliere per assistere e supportare nelle attività di apprendimento gli studenti ricoverati, insieme ai tirocinanti docenti tutor pre-ruolo e tirocinanti tutor pre-laurea.

Facciamo chiarezza tra le due figure: quella del pedagogista e quella dell’educatore professionale. Il pedagogista è un laureato nel percorso di studi “Pedagogia” o che ha la laurea quadriennale v.o. di “Scienze dell’educazione” secondo indirizzo -educatori professionali- o nella laurea magistrale di “Scienze pedagogiche”.

I pedagogisti si distinguono dagli educatori professionali che hanno una formazione triennale nel nuovo ordinamento o appartengono alla laurea di educazione professionale sanitaria.

La differenza tra tirocinanti tutor docenti pre-ruolo e tirocinanti tutor pre-laurea sta nel fatto che i primi hanno vinto il concorso a cattedra e devono fare il tirocinio per accedere al ruolo dell’ insegnamento, i secondi i tirocinanti tutor pre-laurea, sono quelli che devono svolgere il tirocinio universitario a fine percorso accademico. Entrambi conoscono la materia di studio, ad esempio entrambi devono essere specializzati in matematica o materie affini se gli argomenti su cui intervenire sono la matematica, la scienza, la fisica, i primi laureati e vincitori di concorso, i secondi laureandi.

Tutti gli alunni che lo richiederanno, -anche i più bravi-, chiamiamoli così, potranno essere affiancati dai tutor tirocinanti pre-ruolo e pre-laurea, fin dalle elementari. I tirocinanti tutor docenti pre-ruolo di una determinata materia saranno in rapporto 1:6 alunni, i tutor tirocinanti pre-laurea della stessa materia in rapporto 1:1 alunno (es. un tirocinante docente pre-ruolo di matematica avrà a fianco 6 tirocinanti tutor pre-laurea in matematica che affiancheranno 6 alunni di una classe). I docenti pre-ruolo spiegheranno nuovamente i concetti riguardanti l’argomento di studio, i tirocinanti pre-laurea spiegheranno lo svolgimento degli esercizi al loro alunno che potrà esercitarsi anche con altri esercizi simili a quelli dati dal docente curricolare.

Ogni scuola stilerà la lista dei tirocinanti, indicando la zona di intervento e la materia di interesse, in modo da poter intervenire anche a casa delle famiglie, qualora i genitori non vogliano lasciare i figli a scuola nelle ore pomeridiane.

Mettere a fianco di ogni alunno un tirocinante non è discriminatorio, consente ad ogni alunno di comprendere meglio l’argomento con lo scopo di rendere più rapido e fluido l’apprendimento e, allo stesso tempo, approfondire lo stesso con nuovi esempi, oltre ai compiti da effettuare, in una full immersion anche condivisa, in quanto gli studenti avranno la possibilità di dialogare tra loro a fine studio individuale.

I tirocinanti osserveranno gli studenti durante lo svolgimento degli esercizi, li guideranno solo nel momento in cui i ragazzi troveranno difficoltà e non comprenderanno l’esercizio.

Le scuole sceglieranno e favoriranno docenti, pedagogisti, educatori professionali e tirocinanti residenti in zona, per evitare ritardi e stress di vario tipo ed ottimizzare il lavoro. La ricerca di una casa, una sistemazione, la ricerca del posto auto creerebbe situazioni stressanti non benefiche per lo studente e per l’operatore che interviene nel processo educativo.

Specifico che i tirocinanti non saranno retribuiti in quanto la loro funzione è mirata all’acquisizione delle competenze necessarie e riguarda un settore di interesse.

Infine ogni scuola sarà dotata di una ricca biblioteca: il materiale utile per le ricerche ed una stampante messa a disposizione per alunni e docenti saranno indispensabili. Saranno gli stessi docenti a segnalare riviste, enciclopedie e libri adatti per gli alunni, in maniera che, anche i meno fortunati, possano usufruire delle fotocopie per poter studiare su libri indicati dai docenti.

La biblioteca dovrà essere aperta ed accessibile dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 18:30 ed il sabato dalle 8:30 alle 16:30.

Il lavoro di un docente non deve avvenire in altre città diverse da quelle di residenza, si deve cambiare la mentalità dall’alto: aumentare i plessi scolastici, diminuire le -migrazioni- dei docenti, investire nella cultura e nella formazione, dare spazio a più stili educativi, elevare la persona dal punto di vista creativo.

LA SCUOLA NEL NUOVO FORMATO: RIPRENDIAMOCI IL FUTURO!

di

Nancy Nitti

 

Nell’articolo “Una scuola pedagogicamente in evoluzione”, ho espresso come la scuola cambia con l’ implementazione del coding ed altri corsi attraverso fondi che consentono di far partire laboratori oltre alle materie curriculari didattiche previste.

Il problema è proprio quello: inserire laboratori ma non cambiare il modello di organizzazione. Per questo la figura del pedagogista è necessaria nel contesto scolastico organizzativo ed educativo attraverso il counseling pedagogico di supporto ai docenti e agli alunni.

Esistono attualmente figure che, tramite bandi, vengono assunti come orientatori, ma non sono quasi mai pedagogisti.

Ribadisco il concetto, le unità didattiche sono impostate sempre in maniera inalterata: cambiano gli strumenti didattici, cambiano gli argomenti studiati con l’ introduzione del coding ma non cambia il metodo di svolgimento delle lezioni, la loro strutturazione all’ interno degli orari scolastici. Tutto è condensato nelle poche ore curriculari che i bambini e ragazzi devono seguire. Si lascia così poco spazio ad argomenti, che vengono studiati sempre con meno attenzione o si tende a riempire gli studenti di nozioni. Sia nel primo caso che nel secondo, questo non va bene, perché quello che rimane nella testa dello studente è molto vago o confuso, anche per il sovraccarico di informazioni ricevute.

È per questo motivo che bisogna ridistribuire il tempo dedicato allo studio, le ore di lezione, gli argomenti. I nostri politici sembrano però che questo non lo considerino per nulla.

C’è bisogno che il Ministero dell’Istruzione provveda a riorganizzare la scuola nel suo interno con percorsi di studio ben strutturati, attraverso un’attenta suddivisione delle materie, che devono anche dialogare tra loro. Questo è possibile solo ampliando il team all’ interno delle strutture scolastiche, dando flessibilità di orari e riorganizzando le aule per materie di studio: “non sono i docenti che vanno in classe ma è la classe ad andare nelle aule dei docenti”. Le aule devono essere organizzate in base alla materia di studio, attrezzate con armadietti dove poter riporre le proprie cartelline di lavoro.

Come organizzare la scuola? Non dovrebbero più esistere le classi pollaio, ogni classe dovrebbe essere composta da un massimo di 20 alunni, nelle ore curricolari.

Ogni ora deve essere di 50’, gli altri 10’ sono dedicati alla -distrazione-, per consentire ai ragazzi di recarsi da un’aula all’altra o prendere uno snack al bar che si trova nello stesso plesso scolastico.

La pausa pranzo è gestita a discrezione dei genitori: possono prelevare i loro figli o lasciarli a scuola per esigenze lavorative.

Non affidiamo tutto nelle mani dei docenti di ruolo, lasciamo che lavorino solo nelle ore curricolari.

Le lezioni si terranno dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 13:30.

Nelle ore pomeridiane, i ragazzi non studieranno più a casa, la scuola offrirà loro un supporto dalle 15:30 alle 18:00 e potranno essere seguiti dai docenti non curricolari: quelli che dovranno fare tirocinio pre-ruolo. Ogni gruppo di 6 alunni sarà affidato ad un docente, questo perché tutti devono essere seguiti ed interagire sia con il docente che con i compagni. Se la scuola non ha abbastanza aule per accogliere docenti tirocinanti e alunni per il doposcuola, la scuola stessa prenderà contatti con le associazioni che metteranno a disposizione le loro strutture per accogliere docenti e alunni. Inoltre, sempre di pomeriggio, sarà possibile per i ragazzi fare sport in palestra ed altre attività laboratoriali.

Durante il sabato mattina i ragazzi avranno possibilità di continuare con lo studio seguiti dai docenti in pre-ruolo, ma avranno anche la possibilità di usufruire dello sportello pedagogico per esporre i loro problemi individuali e nella classe. Gli incontri verranno prenotati per evitare un sovraffollamento degli interventi: ogni alunno deve avere la possibilità di essere ascoltato con calma.

Oltre alla possibilità di approfondire gli argomenti di studio con i docenti pre-ruolo, i ragazzi potranno continuare a seguire le attività laboratoriali di impronta artistica: teatrali, danza, musica, tutte attività che sollecitano la creatività, la coordinazione e la memoria.

Per quel che riguarda lo staff insegnanti, non facciamo che i collegi docenti e i consigli di classe siano estenuanti. Rendiamo possibile la condivisione delle informazioni in qualunque momento attraverso un -diario di bordo-, in continuo aggiornamento, ogni fine lezione; questo consentirà di rendere più fluido il dialogo tra docenti curricolari ed extracurricolari e permetterà di comprendere meglio le lacune e le problematiche degli alunni.

Figura di raccordo tra i docenti: il pedagogista.

Negli asili ci saranno anche maestri in lingua inglese che tre volte a settimana giocheranno con i bambini esclusivamente in lingua. Una full immersion nella lingua, con insegnanti di lingua madre, fin dai 3 anni per arrivare agli 8, dopodichè i bambini cominceranno a studiare anche la grammatica inglese e ad apprendere attraverso il dettato. All’asilo dovrebbero essere inserite le seguenti attività

conversation in english, cinenglish (facili da comprendere), proiezioni di filmati naturalistici, laboratori di manipolazione e disegno, laboratori di giardinaggio, laboratori di musica in modalità ludica. Nei primi anni delle scuole elementari sarà possibile inserire anche il coding.

Per quel che riguarda le docenze, i docenti tirocinanti pre-ruolo, dovrebbero avere la possibilità di entrare anche nelle strutture ospedaliere per lavorare sul sostegno e far sì che i ragazzi, che necessitano di lunghi ricoveri, possano stare a passo con le lezioni, quando possibile, anche all’interno della struttura stessa.

Gli studenti devono tornare a memorizzare i concetti, un incentivo può essere quello di insegnare loro a diventare guide turistiche e guide nei musei e della città, memorizzando i periodi storici, gli avvenimenti e le notizie sugli artisti.

Personalmente come pedagogista sono molto stanca nel sentir parlare dei continui aggiornamenti dei docenti, quando in realtà quello che si deve cambiare è il modo di pensare la scuola.

Faccio dunque appello ai pedagogisti, insistiamo affinchè la nostra legge venga approvata, non facciamo che la scuola continui il suo percorso sempre allo stesso modo.

Riprendiamoci il futuro dei ragazzi affinchè un giorno diventino uomini più consapevoli e responsabili.

IMG_1096

Passato il Santo, passato il Bif&est.

This slideshow requires JavaScript.

di

Nancy Nitti

Questo titolo l’ ho scelto non a caso. Oggi si conclude il Bif&st e… tutto torna alla normalità: i cinema, i teatri, i centri culturali si aprono solo ed esclusivamente da un certo orario in poi.

La mia riflessione vuole essere un ammonimento all’amministrazione barese che, con il suo modo di fare, non supporta il turismo culturale.

Il mio consiglio è quello di tenere aperti musei, centri culturali, teatri, cinema, durante tutto l’arco della giornata, inserendo nel contesto lavorativo ragazzi part time del servizio civile o che frequentano gli istituti superiori ad indirizzo artistico, classico, ed anche coloro che, non avendo ancora deciso il loro percorso, possono appassionarsi a temi culturali di cittadinanza. È indispensabile -responsabilizzare i giovani- renderli utili sul nostro territorio.

Sarebbe bello gestire i fondi europei, regionali e dei comuni per far sì che si lavori di meno durante il giorno e che si abbia il tempo di -almeno 5 ore- (sempre durante il giorno) da dedicare al -tempo libero culturale-. Dedicare del tempo esclusivamente per andare al cinema, ai musei, nei teatri… vedere spettacoli, dedicare del tempo ad hobbies quali corsi di danza, cake design, work art, musica, lettura condivisa in gruppi, nelle varie strutture pubbliche della città.

Sarebbe necessario più che i bonus scuola dei docenti, che implicano continui corsi di aggiornamento estenuanti fuori dall’ orario di lavoro, i bonus lavoratori, senza quindi discriminazioni di categoria. Un bonus che ognuno deve avere a disposizione per fruire esclusivamente di eventi culturali nel periodo settimanale, durante le ore non lavorative. I lavori dovrebbero così avvenire su turni: meno orari di lavoro per tutti, più lavoratori, meno disoccupazione, meno stress da sovraccarico di ore e di lavoro.

È risaputo che chi è stressato, lavora meno bene di una persona che può gestire il tempo e organizzarsi, anche con momenti per distendere le idee e dedicare del tempo anche agli affetti.

Il bonus deve essere nominativo e, chi ne usufruisce, deve presentare, oltre al -bonus lavoratore-, anche il documento di identità.

Sono dell’idea che bisogna più che mai diminuire gli orari di lavoro, rendere la giornata lavorativa pari a 6 ore al giorno, questo consentirebbe di aumentare le assunzioni anche attraverso i fondi comunitari. È necessario dare ai lavoratori -bonus-: biglietti per andare al cinema, a teatro ed aprire le porte dei musei, dei teatri e dei cinema, anche negli orari mattutini ed in tutti i giorni della settimana. Dobbiamo investire soprattutto nei giovani per far sì che conoscano e studino la storia degli affreschi, dei palazzi, delle tele, delle strade, delle famiglie, che circondano il nostro territorio. Dovremmo incentivare il -fare conversazione- sui film con esperti, non necessariamente famosi, dopo aver visto il film o lo spettacolo, e creare laboratori a cui potersi iscrivere per migliorare la concentrazione, focalizzando l’attenzione su altri interessi non lavorativi.

È importante spostare l’attenzione più che sul guadagno, sulla crescita culturale, l’ unica vera risorsa che arricchisce il nostro essere.

INCONTRO Il sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa e il settore dell’animazione.

IMG_1074

di

Nancy Nitti

 

Oggi nel programma del Bif&st ho potuto assistere ad una conferenza in cui si è parlato dell’animazione e dei fondi europei.

Sono intervenuti:

(trailer: https://www.youtube.com/watch?v=vUkmgNaCiVQ);

  • Gianluca Fratellini Senior Animator (www.cgluca.it).

Non sono qui per riassumere le interessantissime proposte riguardanti fondi europei di cui si è parlato (per chi fosse interessato e sapere di più sui fondi, può consultare su http://www.europacreativa-media.it), ma per una breve riflessione di impronta pedagogica.

Dai vari interventi ascoltati dietro ogni cartoon di animazione c’è quasi sempre la mano di un italiano. Questo ci onora, ma è anche vero che, al cinema, in Italia, i film di animazione e i cartoon sono molto pochi. In TV abbiamo dei canali dedicati ai bambini ma il problema della tv è proprio questo: la categorizzazione dei canali.

Non possiamo negarlo, si è sempre più soli, non solo a causa dei videogiochi, dei social network e degli smart phone che ci isolano; ma anche in casa la tv non è più una sola, nessuna famiglia si ritrova più come una volta, in determinati orari a vedere e a condividere determinati programmi. Non c’è più l’orario dedicato ai cartoon: né per fare colazione, né per fare merenda. Si va sempre più verso una solitudine interiore e collettiva.

Bisognerebbe cominciare a pensare di ritrovarsi alla fine di un film, di uno spettacolo, di un cartone per condividere pensieri che riguardino quello che si è visto. Qui subentra il counseling pedagogico: una riflessione su quanto osservato, in maniera guidata. La figura del pedagogista dovrebbe inserirsi non solo nel contesto della fruizione del materiale mass mediatico, ma dovrebbe interagire ed inserirsi anche nella guida e nella supervisione delle trame di film e cartoni, non solo adatti ai bambini ma anche per gli adulti. Vi invito a questo proposito, a visionare questo corto per comprendere meglio come potrebbe essere strutturato l’ intervento, del counseling pedagogico e della figura del pedagogista, all’ interno di un corto, nella scelta degli argomenti da trattare e facendo leva sul pensiero dei bambini e sui loro disegni: http://www.cscanimazione.it/i-nostri-film/film-di-diploma/film-2013/dove-ti-nascondi/

Il -produrre film- per compiacere il pubblico che guarda con superficialità il film solo per le battute, la trama banale e le parolacce, non deve essere il fine della produzione. Dovremmo produrre film per invogliare la gente, in maniera coesa, a vedere e ad interessarsi a determinati prodotti artistici e bisogna educarli a vedere certi film, animazioni e cartoni, fin dalla tenera età. Non per nulla i capolavori rappresentano una morale sottolineata non solo dagli artisti che lavorano come attori, ma anche dalla trama, dalle riprese e dalle musiche. Bisogna educare la gente attraverso l’arte e non produrre qualsiasi tipo di fenomeno da baraccone che porti degli incassi.

Dobbiamo valorizzare le nostre terre attraverso la cinematografia, non attraverso -hotel briatoriani- se non vogliamo che questo lassismo mentale in continua -distrazione e svago- annienti il nostro vivere quotidiano.

La mente deve abituarsi a fruire dei principi morali, deve imparare a crescere attraverso ogni tipologia di intervento sociale che stimoli una sana convivenza.

UNA SCUOLA PEDAGOGICAMENTE IN EVOLUZIONE

di

Nancy Nitti

 

 

La scuola sta cambiando nelle modalità di assunzione del personale docente e non. Si tenta di innovare discipline e attività attraverso unità didattiche che tendono a differenziare: abbiamo il docente di sostegno e quello curriculare.

I saperi necessitano di continui cambiamenti e i docenti sono invitati ad effettuare continui aggiornamenti che li portano a rimanere fuori casa per la maggior parte del tempo. Con l’ introduzione degli strumenti tecnologici, con il coding, questo problema si è accentuato ulteriormente.

Nella nostra scuola, non vi è la possibilità di distribuire i saperi su più persone. I docenti diventano tuttologi e devono conciliare la scuola a danno della propria famiglia.

Non è ammissibile avere una scuola che abbia pochi docenti con diversi incarichi perché non ci sono fondi per distribuire i compensi in maniera diversa.

Dobbiamo cambiare mentalità nell’ordinamento didattico e non solo in quello, creare una struttura composta da figure stabili e altre esterne, dinamiche.

Per figure stabili intendiamo la figura del pedagogista, per figure esterne quelle relative ai vari laboratori che vanno ad inserirsi nel percorso scolastico della scuola.

La figura del pedagogista non deve fare solo da raccordo, ma strutturare la programmazione delle attività insieme con i docenti curricolari. C’è necessità di maggiore sinergia tra le menti ed è possibile solo se si pensa ad un percorso che abbia senso per gli alunni: un collegamento per il futuro di ogni ragazzo.

Il pedagogista deve ascoltare alunni e docenti, sviluppare percorsi di counseling pedagogico basati sulla narrazione.

La narrazione è un raccontarsi e un raccontare attraverso la relazione con l’altro e può essere espressa in diverse forme, in diversi modi.

Il pedagogista deve entrare in aula nelle ore di lezione, osservare ed elaborare progettualità insieme con la classe. La sua figura deve essere presente fin dalla scuola elementare per strutturare le lezioni sotto forma di ricerca: il libro si costruisce in classe attraverso la visione di film, l’ascolto di canzoni, l’ interiorizzazione di determinati argomenti, l’approfondimento individuale di determinati personaggi e avvenimenti, andando ad arricchire il libro di ciascun alunno che, alla fine del percorso scolastico, presenta come elaborato finale. Un percorso basato sullo studio fatto in classe, nei vari laboratori e lo studio effettuato a casa con i propri strumenti: computer e biblioteca o intervistando persone che conoscono gli argomenti trattati. Solo così l’argomento diventa interessante. Lo studio non è informazione appresa da un libro. Anche i social network, con le dovute precauzioni, possono diventare strumenti per raccogliere feedback, attraverso la compilazione di questionari creati ad hoc per chi viaggia sui social network.

Le scuole non saranno più chiuse, ma viaggeranno in un circuito costituito dalle istituzioni tutte collegate fra loro: ospedali, università, politecnici, tribunali, università della terza età, cooperative teatrali, musicali e artistiche in generale, per far sì che ogni interesse venga soddisfatto in maniera esaustiva.

È necessario ampliare gli orizzonti pedagogici della scuola, c’è bisogno di qualcuno che mantenga un ordine nelle varie collaborazioni, per questo è necessaria la figura del pedagogista. Noi speriamo che venga approvata la legge del pedagogista scolastico quanto prima per rendere la scuola pedagogicamente in evoluzione come gli alunni che la frequentano.

 

EDUCARE ATTRAVERSO IL CINEMA

jean antoine gili

di

Nancy Nitti

È cominciato da ieri il Bif&st 2017 a Bari. Come ogni manifestazione c’è sempre grande affluenza, ed è bello sapere che c’è un numero di persone che si riversa nelle sale cinematografiche, teatri e circoli per fruire di questi momenti.

Dobbiamo però chiederci se il motivo di tanta affluenza sia dovuta a personaggi famosi che vengono nel nostro territorio, oppure perché interessa conoscere episodi narrati nei film, conoscere la storia attraverso l’arte cinematografica. Certo di appassionati ce ne sono, ma mi dispiace dirlo, pochi ragazzi interessati e soprattutto poche famiglie. Sarà che, nonostante il tempo non sia dei migliori, si preferisce trascorrere una domenica fuori porta. È triste sapere che neanche la gratuità di capolavori cinematografici convince le persone a rimanere in città per proiezioni sul grande schermo.

Purtroppo bisogna ammetterlo, manca l’educazione alla storia attraverso la cinematografia.

Sì perché noi andiamo a vedere i film al cinema, ma la storia la conosciamo solo per quello che leggiamo sui testi di scuola o attraverso approfondimenti individuali che facciamo in base ai nostri gusti. Questo non dovrebbe accadere. La storia non può essere ridotta, specie quella delle guerre mondiali, solo ed esclusivamente a date e stralci di pagine giornale o diari pubblicati. Ho potuto assistere stamattina alla visione de “La grande guerra” di Mario Monicelli: c’è l’ ironia nei dialoghi, l’autenticità delle persone che vivono la guerra non solo dal punto di vista violento. Dietro la violenza delle armi, si manifesta l’ umanità di ciascuno e si evincono le varie personalità di ogni singolo personaggio.

Alla fine del film l’ intervento di Jean Antoine Gili classe 1938, esperto critico e storico del cinema italiano, che ha commentato momenti del film esponendo riflessioni. Qui di seguito i link:

 

 

 

 

La scuola non dovrebbe essere un luogo statico, la scuola deve essere un luogo dove ci sono sinergie di esperti. Non si può affidare tutto nelle mani dei docenti curricolari e a libri di testo che non descrivono le emozioni di chi ha vissuto gli episodi.

La memoria di certi eventi lasciamola descrivere al cinema, facciamo parlare l’arte attraverso la musica, i film, le opere d’arte, gli attori che interpretano e le persone che hanno approfondito determinati periodi storici. Gli argomenti diventano più emozionanti.

Gli argomenti scelti non devono essere scelti dall’ insegnante in base alle sue opinioni, così si tende solo ad influenzare chi fruisce. Deve essere uno studio equo sulla storia degli avvenimenti considerati dai diversi punti di vista.

Personalmente non ho mai amato leggere e studiare le guerre mondiali, ma mi piaceva ascoltare mia nonna, che mi raccontava quello che è accaduto. Ne sono rimasta sempre affascinata. Lasciamo che siano gli eventi a raccontarsi attraverso l’arte, sarà meno difficile capire e sarà più bello immedesimarsi nella realtà attraverso i personaggi che vivono intensamente determinate situazioni.

L’ odio proviene dal subire certi eventi. Noi tutti a scuola abbiamo sempre subito, chi più chi meno, le frustrazioni di docenti che non condividevano il nostro modo di approcciarci alle materie, non tutti sono capaci di entrare in empatia con la materia di studio, c’è bisogno di tempo per assimilare certe realtà. C’è chi è più portato per le materie scientifiche, chi per quelle tecniche, letterarie o matematiche. Tutti però amano la narrazione. La narrazione facilita l’apprendimento. Se si studiassero matematici, scienziati, filosofi, episodi storici riguardanti politici, guerre… attraverso la narrazione tutto sarebbe più comprensibile.

La narrazione ha bisogno del suo tempo e del suo spazio, non si può pensare di parlare di una argomento in un’ora di lezione. La durata delle lezioni dovrebbe essere più lunga per integrare la narrazione con la comprensione. Solo così c’è la possibilità di incuriosire, di non creare discriminazioni tra chi apprende più velocemente e chi meno, di far crescere l’apprendimento della classe in maniera naturale.

Più arte quindi in ambito scolastico, nelle ore curricolari, con proiezioni e studi individuali di approfondimento, ed extracurricolari con interventi di esperti sull’argomento studiato.

C’è bisogno di dare una svolta alla scuola fin dall’ infanzia, avvicinare i bambini agli adulti in maniera che possano anche contaminare gli adulti attraverso la loro costruzione mentale di innocente bellezza.

 

 

Nancy Nitti

Il teatro di TEODOSIO SALUZZI tra assurdo, grottesco e popolare

di

Nancy Nitti

 

Oggi presso l’Aula Magna “Aldo Cossu” dell’ Università di Bari si è tenuto il seminario dal titolo: Il teatro di Teodosio Saluzzi tra assurdo, grottesco e popolare.

Mi piace darvi testimonianza di questa bellissima esperienza pomeridiana attraverso i video che sono stralci di alcune sue opere.

Prima però un breve cenno su quanto ascoltato.

Teodosio Saluzzi è stato allievo di Eduardo De Filippo. Saluzzi nasce a Potenza, il 19 maggio del 1945, vive e lavora a Bari. La sua passione per la drammaturgia si sviluppa già dall’adolescenza.

A soli sedici anni scrive scenette per gli artisti di strada, come L’Arrotino, che gli fa vincere il primo premio al Concorso “Il Primo Applauso” di Alberobello nella sezione “Testi Comici”. A diciotto anni scrive “Non scherzerò mai più con il cuore” e “Fesso chi muore”, testi poi apprezzati da Eduardo De Filippo, il quale lo indirizza verso gli autori e i testi teatrali da studiare ed approfondire, impartendogli anche lezioni di drammaturgia.

Dopo aver scritto “L’ ipotesi” comincia a pensare che il teatro debba guardare al futuro.

Secondo Saluzzi il passato è storia, ed il teatro è una parola magica dove convivono situazioni paradossali, difficili, drammatiche, ma pur sempre attuali. Il teatro deve essere il mezzo per rendere meno buio quello che è stato dando nuove speranze agli uomini.

Saluzzi collega il teatro alla vita, il rapporto con essa è indissolubile.

Il suo primo ricordo teatrale risale al 1956: per sfuggire ad un nano zampognaro, comincia a correre verso il Teatro “Francesco Stabile”, precisamente verso il Cinema “Fiamma”, salendo molti gradini. Alla fine della scalinata, la curiosità lo porta in un teatro con i suoi personaggi, vestiti in abiti carnevaleschi, che si inchinano davanti al pubblico che li applaude.

Applaudire, non fischiare, un linguaggio che Saluzzi fa suo. Un linguaggio libero: nessuno può condizionare il pubblico nel suo giudizio. Se piace la gente applaude, se non gradisce la gente fischia.

Ora definiamo il termine grottesco. Per Saluzzi il teatro grottesco, quello che fotografa la realtà, non ha molto senso, in quanto la realtà per Saluzzi è grottesca già di suo con le sue ironie e drammi. Dunque per Saluzzi il teatro non deve essere solo grottesco, bisogna dare speranza alla vicenda narrata attraverso la rappresentazione dell’assurdo. L’ inverosimile deve colpire più della realtà.

Sarebbe bello se anche nella realtà potessimo vivere l’assurdo, il grottesco potrebbe così essere messo da parte per dare libertà ad ognuno di potersi esprimere appieno come in un applauso.

Il teatro non è semplice, è un’arte e come tutte le arti è complessa. Nell’arte interagiscono diverse figure: c’è lo scrittore-artista, c’è il regista-artista, ci sono gli interpreti-artisti ed infine c’è il pubblico. Quest’ultimo può diventare parte dell’opera, diventare artista immedesimandosi nell’opera, facendo suo ciò che sente attraverso le immagini, le parole e i suoni rappresentati.

Ecco qui le pièce del seminario:

“Vuoi fare il cane?” https://www.youtube.com/watch?v=oDzC4N0MO_c

“I figli di Filumena Marturano” https://www.youtube.com/watch?v=4dOL2VqLd1w

“Comici per il PARADISO” 1 https://www.youtube.com/watch?v=NSKHImmbmtk

“Comici per il PARADISO” 2 https://www.youtube.com/watch?v=_LQeXvy529U

“La morte in cassa integrazione” 1 https://www.youtube.com/watch?v=lDUOxULxBg0

“La morte in cassa integrazione” 2 https://www.youtube.com/watch?v=ueXrge-0IR8

 

This slideshow requires JavaScript.

 

 

 

 

EMERGENZA INFANZIA

IMG_0112

 

di

Nancy Nitti

La trasmissione “Le iene” il 19/03/2017 ha mostrato un servizio di Nadia Toffa sulla prostituzione dei minori a Bari.

Non guardo la trasmissione, la TV mi è quasi estranea, specie di questi tempi. Ho visionato però il video sui social network e sono rimasta turbata da quanto visto.

È ormai molto tempo che si vive in funzione di un target adulto, lo si può vedere non solo in TV, sono ormai anni infatti che la televisione non manda in onda trasmissioni dedicate ai bambini nelle ore pomeridiane. Viviamo nell’adultità fin dall’ infanzia.

È emergenza infanzia! Il mondo non si prende più cura del benessere dei bambini sempre più trascurati.

Il cambiamento che occorre? Pensare alla felicità del bambino: che possa vivere sano mentalmente e fisicamente, in una città che si prenda cura di lui fin dalla tenera età, curando anche le sue passioni.

Ma come è possibile questo?

È possibile recuperando la dimensione del bambino, un’ergonomia che parte dal -chinarsi a comprendere- le predisposizioni del bambino dal modo in cui gioca e guarda ciò che lo circonda. Se i modelli che proponiamo in tv sono dei modelli sbagliati, il bambino vivrà solo di determinati stimoli, stimoli che saranno orientati solo alle abitudini di un adulto troppo preso dall’ego del guadagno e non della bellezza che lo circonda.

Non possiamo permettere di sottrarre momenti del gioco al bambino.

Come si può costruire una città a misura di bambino? Aprendo negozi di giocattoli, a Bari si possono contare sulle dita di una sola mano, almeno in centro. I giardini devono essere animati dalle famiglie e non da spaccio, mendicanti, prostituzione di vario tipo. Pochissimi sono i parchi giochi ed in centro non ce ne sono proprio. Un’idea sarebbe anche aprire parchi di fiabe, potrebbero chiamarsi: “Ti racconto la fiaba”: luoghi dove i nonni possono offrire il loro tempo per leggere le fiabe a tanti bambini. Le fiabe stimolano la fantasia, l’ immaginazione nel bambino. Un parco potrebbe collocarsi per esempio nell’ex Caserma Rossani. Abbiamo poi un bellissimo mare, una bellissima costa che comprende anche Pane e Pomodoro e Torre Quetta: potrebbero trasformarsi in luoghi dove far correre i bambini all’aria aperta rincorrendo gli aquiloni, giocare ad acchiapparello.

Molto si potrebbe fare, ma nulla si fa. Si preferisce aprire il parco dell’amore in uno squallido parcheggio, invece di investire nella bellezza della nostra città, nella cultura dei nostri futuri cittadini.

I social network cosa possono fare? Potrebbero connettersi con i centri di formazione statale, scuole, università, che dovrebbero aprirsi alle nuove tecnologie con corsi online gratuiti, per garantire più qualità e più attenzione verso l’apprendimento, per un orientamento consapevole, mirato alle varie professioni e studi futuri, invece di proporre dipendenze legate a falsi modelli.

Nella nostra società si cercano sempre vie alternative, le più facili da percorrere, ma non è detto che quelle vie siano giuste.

Allora faccio un appello agli imprenditori: se volete investire i vostri soldi, investiteli nella cura dell’ infanzia e nella loro cultura partendo dal gioco.

Il nostro obiettivo deve essere quello di promuovere modelli eticamente giusti e moralmente corretti nell’agire.

Infine, più ad ampio raggio, si potrebbero trasmettere programmi più adatti ai bambini, in determinate ore del giorno, su tutte le reti, nessuna esclusa, perché ESSERE BAMBINI E’ UN DIRITTO MA ANCHE UN DOVERE DI TUTTI!