EMERGENZA INFANZIA

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di

Nancy Nitti

La trasmissione “Le iene” il 19/03/2017 ha mostrato un servizio di Nadia Toffa sulla prostituzione dei minori a Bari.

Non guardo la trasmissione, la TV mi è quasi estranea, specie di questi tempi. Ho visionato però il video sui social network e sono rimasta turbata da quanto visto.

È ormai molto tempo che si vive in funzione di un target adulto, lo si può vedere non solo in TV, sono ormai anni infatti che la televisione non manda in onda trasmissioni dedicate ai bambini nelle ore pomeridiane. Viviamo nell’adultità fin dall’ infanzia.

È emergenza infanzia! Il mondo non si prende più cura del benessere dei bambini sempre più trascurati.

Il cambiamento che occorre? Pensare alla felicità del bambino: che possa vivere sano mentalmente e fisicamente, in una città che si prenda cura di lui fin dalla tenera età, curando anche le sue passioni.

Ma come è possibile questo?

È possibile recuperando la dimensione del bambino, un’ergonomia che parte dal -chinarsi a comprendere- le predisposizioni del bambino dal modo in cui gioca e guarda ciò che lo circonda. Se i modelli che proponiamo in tv sono dei modelli sbagliati, il bambino vivrà solo di determinati stimoli, stimoli che saranno orientati solo alle abitudini di un adulto troppo preso dall’ego del guadagno e non della bellezza che lo circonda.

Non possiamo permettere di sottrarre momenti del gioco al bambino.

Come si può costruire una città a misura di bambino? Aprendo negozi di giocattoli, a Bari si possono contare sulle dita di una sola mano, almeno in centro. I giardini devono essere animati dalle famiglie e non da spaccio, mendicanti, prostituzione di vario tipo. Pochissimi sono i parchi giochi ed in centro non ce ne sono proprio. Un’idea sarebbe anche aprire parchi di fiabe, potrebbero chiamarsi: “Ti racconto la fiaba”: luoghi dove i nonni possono offrire il loro tempo per leggere le fiabe a tanti bambini. Le fiabe stimolano la fantasia, l’ immaginazione nel bambino. Un parco potrebbe collocarsi per esempio nell’ex Caserma Rossani. Abbiamo poi un bellissimo mare, una bellissima costa che comprende anche Pane e Pomodoro e Torre Quetta: potrebbero trasformarsi in luoghi dove far correre i bambini all’aria aperta rincorrendo gli aquiloni, giocare ad acchiapparello.

Molto si potrebbe fare, ma nulla si fa. Si preferisce aprire il parco dell’amore in uno squallido parcheggio, invece di investire nella bellezza della nostra città, nella cultura dei nostri futuri cittadini.

I social network cosa possono fare? Potrebbero connettersi con i centri di formazione statale, scuole, università, che dovrebbero aprirsi alle nuove tecnologie con corsi online gratuiti, per garantire più qualità e più attenzione verso l’apprendimento, per un orientamento consapevole, mirato alle varie professioni e studi futuri, invece di proporre dipendenze legate a falsi modelli.

Nella nostra società si cercano sempre vie alternative, le più facili da percorrere, ma non è detto che quelle vie siano giuste.

Allora faccio un appello agli imprenditori: se volete investire i vostri soldi, investiteli nella cura dell’ infanzia e nella loro cultura partendo dal gioco.

Il nostro obiettivo deve essere quello di promuovere modelli eticamente giusti e moralmente corretti nell’agire.

Infine, più ad ampio raggio, si potrebbero trasmettere programmi più adatti ai bambini, in determinate ore del giorno, su tutte le reti, nessuna esclusa, perché ESSERE BAMBINI E’ UN DIRITTO MA ANCHE UN DOVERE DI TUTTI!

 

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