EDUCARE ATTRAVERSO IL CINEMA

jean antoine gili

di

Nancy Nitti

È cominciato da ieri il Bif&st 2017 a Bari. Come ogni manifestazione c’è sempre grande affluenza, ed è bello sapere che c’è un numero di persone che si riversa nelle sale cinematografiche, teatri e circoli per fruire di questi momenti.

Dobbiamo però chiederci se il motivo di tanta affluenza sia dovuta a personaggi famosi che vengono nel nostro territorio, oppure perché interessa conoscere episodi narrati nei film, conoscere la storia attraverso l’arte cinematografica. Certo di appassionati ce ne sono, ma mi dispiace dirlo, pochi ragazzi interessati e soprattutto poche famiglie. Sarà che, nonostante il tempo non sia dei migliori, si preferisce trascorrere una domenica fuori porta. È triste sapere che neanche la gratuità di capolavori cinematografici convince le persone a rimanere in città per proiezioni sul grande schermo.

Purtroppo bisogna ammetterlo, manca l’educazione alla storia attraverso la cinematografia.

Sì perché noi andiamo a vedere i film al cinema, ma la storia la conosciamo solo per quello che leggiamo sui testi di scuola o attraverso approfondimenti individuali che facciamo in base ai nostri gusti. Questo non dovrebbe accadere. La storia non può essere ridotta, specie quella delle guerre mondiali, solo ed esclusivamente a date e stralci di pagine giornale o diari pubblicati. Ho potuto assistere stamattina alla visione de “La grande guerra” di Mario Monicelli: c’è l’ ironia nei dialoghi, l’autenticità delle persone che vivono la guerra non solo dal punto di vista violento. Dietro la violenza delle armi, si manifesta l’ umanità di ciascuno e si evincono le varie personalità di ogni singolo personaggio.

Alla fine del film l’ intervento di Jean Antoine Gili classe 1938, esperto critico e storico del cinema italiano, che ha commentato momenti del film esponendo riflessioni. Qui di seguito i link:

 

 

 

 

La scuola non dovrebbe essere un luogo statico, la scuola deve essere un luogo dove ci sono sinergie di esperti. Non si può affidare tutto nelle mani dei docenti curricolari e a libri di testo che non descrivono le emozioni di chi ha vissuto gli episodi.

La memoria di certi eventi lasciamola descrivere al cinema, facciamo parlare l’arte attraverso la musica, i film, le opere d’arte, gli attori che interpretano e le persone che hanno approfondito determinati periodi storici. Gli argomenti diventano più emozionanti.

Gli argomenti scelti non devono essere scelti dall’ insegnante in base alle sue opinioni, così si tende solo ad influenzare chi fruisce. Deve essere uno studio equo sulla storia degli avvenimenti considerati dai diversi punti di vista.

Personalmente non ho mai amato leggere e studiare le guerre mondiali, ma mi piaceva ascoltare mia nonna, che mi raccontava quello che è accaduto. Ne sono rimasta sempre affascinata. Lasciamo che siano gli eventi a raccontarsi attraverso l’arte, sarà meno difficile capire e sarà più bello immedesimarsi nella realtà attraverso i personaggi che vivono intensamente determinate situazioni.

L’ odio proviene dal subire certi eventi. Noi tutti a scuola abbiamo sempre subito, chi più chi meno, le frustrazioni di docenti che non condividevano il nostro modo di approcciarci alle materie, non tutti sono capaci di entrare in empatia con la materia di studio, c’è bisogno di tempo per assimilare certe realtà. C’è chi è più portato per le materie scientifiche, chi per quelle tecniche, letterarie o matematiche. Tutti però amano la narrazione. La narrazione facilita l’apprendimento. Se si studiassero matematici, scienziati, filosofi, episodi storici riguardanti politici, guerre… attraverso la narrazione tutto sarebbe più comprensibile.

La narrazione ha bisogno del suo tempo e del suo spazio, non si può pensare di parlare di una argomento in un’ora di lezione. La durata delle lezioni dovrebbe essere più lunga per integrare la narrazione con la comprensione. Solo così c’è la possibilità di incuriosire, di non creare discriminazioni tra chi apprende più velocemente e chi meno, di far crescere l’apprendimento della classe in maniera naturale.

Più arte quindi in ambito scolastico, nelle ore curricolari, con proiezioni e studi individuali di approfondimento, ed extracurricolari con interventi di esperti sull’argomento studiato.

C’è bisogno di dare una svolta alla scuola fin dall’ infanzia, avvicinare i bambini agli adulti in maniera che possano anche contaminare gli adulti attraverso la loro costruzione mentale di innocente bellezza.

 

 

Nancy Nitti

Leave a comment